SCALEA – Infanticidio e omicidio. Sarebbero questi i gravi reati contestati alle due persone di nazionalità straniera arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di Scalea.
Si tratterebbe di due latitanti, una donna rumena accusata di infanticidio e un ragazzo serbo, responsabile di un omicidio. Per entrambi era stato emesso un mandato di cattura europeo.
Nessuna ufficialità sui fatti, il tenente Vincenzo Falce, al comando della compagnia, si è limitato a precisare che le due persone arrestate non hanno legami tra loro, tanto meno i reati contestati.
I fatti sarebbero dunque distinti e separati. Bocche cucite in caserma dove i due sono stati portati tra le otto e le nove di questa mattina dai carabinieri del nucleo operativo.
Da indiscrezioni però, trapela che la giovane donna, arrestata a Diamante in contrada Riviere, sarebbe accusata di infanticidio, consumato nel suo paese di origine.
Mentre il ragazzo, che si nascondeva a Tortora, sarebbe responsabile dell’omicidio di una donna e di altri reati compiuti con molta probabilità in Serbia. Fermate anche altre due persone con l’accusa di favoreggiamento. La loro posizione però resta ancora da verificare.
Convocata per domani mattina, alle 9.30 la conferenza stampa al Comando provinciale di Cosenza per i dettagli sull’operazione.
Il comandante Falce ha voluto subito smentire però l’ipotesi di un collegamento con l’ultimo fatto di cronaca successo domenica scorsa a Scalea. Il ritrovamento di Ivanenko non ha legami con gli arresti di oggi. Si attende ancora l’esito dell’esame autoptico, ma con molta probabilità il giovane ventiquattrenne sarebbe morto per un eccesso di droga e alcool.