Frana all'ospedale di Paola, vandali in azione

PAOLA – Un presunto atto di vandalismo è stato perpetrato nella mattina di domenica 9 marzo, intorno alle 11, a danno degli strumenti che misurano l’evolversi della frana all’ospedale di Paola.

Ignoti hanno tranciato in due punti il cavo della corrente che alimenta gli oscillometri posti sul fronte franoso dall’equipe del geologo Carlo Tansi, che monitorizza la situazione per conto dell’Asp.

Il gesto è stato descritto da persone informate come una bravata immotivata, ma ha generato qualche istante di apprensione. L’interruzione della corrente, infatti, ha fatto scattare l’allarme telematico. L’immediata verifica sul posto ha comunque fatto rientrare l’allerta e, nel pomeriggio di oggi, lunedì 10 marzo, il danno è stato riparato e il monitoraggio è ripreso.

“Per fortuna nulla di più di una bravata” ha commentato l’accaduto lo stesso Tansi che ne ha approfittato per rassicurare sulle informazioni fin qui raccolte sulla frana.

“Nessun dato appare preoccupante – ha detto – ma ciò non diminuisce il problema. Continuiamo a sperare – ha aggiunto Tansi – che quest’ultima parte di inverno trascorra senza problemi e che in primavera venga consolidato il versante. Un altra stagione invernale in queste condizioni è impensabile”.

Intanto però, proprio sul versante degli interventi di mitigazione del rischio a cura della protezione civile, si registra un preoccupante stop. In particolare, in questi giorni, molti a Paola si chiedono “Cosa ne è delle opere di consolidamento del muro di cinta del parcheggio del pronto soccorso”.

L’opera, consistente in una paratia in micropali, dovrebbe già essere al suo posto. Agli inizi di febbraio scorso, infatti, la protezione civile aveva promesso la conclusione dell’intervento nel giro di due settimane. Ovvero al termine delle operazioni di carotaggio, partite il 13 febbraio, per la verifica della stabilità del parcheggio.

Ma, a quasi un mese da allora, nulla è stato ancora fatto. Alla base dell’impasse potrebbero esserci motivi di ordine economico o, nella peggiore delle ipotesi, i dati relativi ai prelievi di campioni di terreno. Anche di questi, infatti, la protezione civile calabrese non ha fatto sapere nulla.