Si è aperto ieri il processo a suo carico. Magorno aveva presentato una querela-esposto contro il maresciallo dei carabinieri Gianpiero Contatore.
Denuncia di grave spessore nella quale scriveva che il militare avrebbe fatto pressioni per favorire l’assunzione della moglie al Comune di Diamante in via definitiva (aveva un contratto a tempo determinato).
La consorte di Contatore aveva nel frattempo anche avviato una vertenza di lavoro nei confronti dell’ente. Le pressioni secondo Magorno, all’epoca dei fatti sindaco di Diamante, erano state esercitate anche nei confronti del vicesindaco. Nel 2009 dopo apposite indagini, Contatore aveva sequestrato una piazza di Cirella che l’amministrazione aveva da poco inaugurato. E proprio dopo questo sequestro l’allora sindaco ha denunciato il carabiniere. Per Magorno si trattava di una ripicca nei confronti dell’amministrazione comunale.
Ma la Procura non l’ha pensata allo stesso modo e dopo le indagini del caso ha incriminato Magorno che aveva accusato il maresciallo Contatore pur sapendolo innocente di: “Ripetute condotte che integrano diverse fattispecie di reato in danno del sottoscritto sindaco, del vicesindaco del Comune di Diamante, Gaetano Sollazzo, nonché dell’ente comunale”.
In particolare la condotta antigiuridica di Contatore sarebbe consistita in: “Azione di pressione contro Magorno per costringerlo ad assumere in via definitiva la consorte di Contatore così abusando della propria posizione di ufficiale di polizia giudiziaria per tentare di forzare gli amministratori comunali di Diamante a volare la legge (…) con più azioni costituenti reato perché prospettanti ingiusti danni contro i singoli amministratori nonché il Comune di Diamante”.
Addebiti questi che secondo la Procura “si sono rivelati del tutto infondati come emerge dalla compita istruttoria e dall’archiviazione del Gip di Paola che ha recepito integralmente la richiesta del pubblico ministero”.
Il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, si è fatto conoscere anche per le denunce e le interrogazioni parlamentari, ma in qualche occasione forse ha eccesso. E così adesso si ritrova in aula, al Tribunale di Paola, con l’accusa di calunnia (dopo l’archiviazione della querela contro il maresciallo) e nella veste di imputato.
A rappresentare Contatore (costituitosi parte civile) l’avvocato Libero Borsani del foro di Paola, mentre Magorno è difeso dall’avvocato Nicola Carratelli.
Ieri mattina nel corso dell’audizione è stato sentito Contatore che si è detto stupito del comportamento di Magorno poiché ”eravamo in buoni rapporti”. Udienza aggiornata all’8 gennaio 2015.
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