PAOLA – Nuovi attacchi alla superperizia Marlane nell’udienza di oggi al tribunale di Paola.
Nuovi dubbi sono stati sollevati sullo studio ambientale commissionato dalla corte a un pool di esperti per certificare l’esistenza di un nesso tra tumori degli operai e sostanze utilizzare in fabbrica.
La difesa degli imputati è andata all’attacco nella giornata dedicata all’ascolto dei periti di parte, aiutati in questo dal primo teste, Giacomino Bancarti, consulente tecnico per il PM e già autore nel 2008 di una perizia sulla Marlane per conto dell’autorità giudiziaria.
Lo specialista in medicina del lavoro ha innanzitutto detto di aver riscontrato delle lacune nel lavoro del pool soprattutto laddove si è deciso di escludere l’analisi di alcune sostanze chimiche e di alcuni casi di operai affetti da tumore per carenza documentale.
Dello stesso avviso Paolo Crosignani, anch’egli ascoltato oggi come consulente per il Comune di Tortora, costituito parte civile.
Lo specialista in igiene e statistica ha dichiarato ai giudici che il lavoro del pool è stato scorretto sotto il profilo metodologico. Contestato in particolare l’utilizzo dei dati di mortalità nominativa dell’Istat come unica fonte e rinunciando a registri locali come quelli dell’Asl e della Regione Calabria. “Sarebbero saltati fuori – ha detto il consulente – almeno altri 5 casi di morti accertate per cause di lavoro”.
Poi, nel corso del contro-esame, il colleggio difensivo ha approfittato di una gaffe da parte di Brancati. Quando gli è stato fatto notare che ha avallato la classificazione di cancerogenicità di alcune sostanze utilizzate in fabbrica fornita dal pool, ha ammesso in aula di non averne dedotto la catalogazione dalle tabelle dell’associazione internazionale della ricerca sul cancro. “Da qualche parte l’ho letto” si è limitato a chiarire Brancati.
Inoltre, prima che iniziassero gli interrogatori, la difesa ha presentato istanza di nullità della perizia nelle parti interessate dal l’operato del professor Mayol, il chimico scelto dai periti, per aver ecceduto i limiti consentiti dalla procedura spingendosi in valutazioni poi acquisite dai periti. In merito, parti civili e pubblica accusa si sono rimesse al Tribunale che si è riservato di decidere.