Dalla Procura della Repubblica di Paola avrebbero ritenuto infondate le accuse di quest’ultimo che, dopo aver vinto le elezioni societarie del maggio scorso, era stato dichiarato destituito dal Consiglio di amministrazione.
Il 2 giugno – questa l’accusa di Riccetti – alcuni componenti del Cda e del Collegio sindacale della banca avrebbero falsificato il verbale della riunione che doveva confermarlo nella carica di presidente. O meglio, come hanno sempre sostenuto gli accusatori ne hanno redatto un altro diverso da quello ritenuto invece ufficiale.
Sulla richiesta di archiviazione, oggi i vertici della Bcc hanno diramato un comunicato che ha interrotto il quasi totale silenzio mantenuto dall’inizio della vicenda.
Secondo il presidente facente funzione Francesco Silvestri la procura non ha riscontrato alcun falso nell’atto del 2 giugno che ha dichiarato ineleggibile Riccetti perché contestualmente assessore provinciale. Dunque, nessun rinvio a giudizio da inoltrare e la richiesta di archiviazione dell’intera vicenda comprese altre denunce reciproche tra le due parti per calunnia.
L’ultima parola spetta al Giudice per le indagini preliminari a cui i legali di Riccetti presenteranno atto di opposizione alla richiesta di archiviazione e chiederanno – fanno sapere – anche “L’applicazione di misure interdittive nella carica elettiva ad oggi ricoperta dagli indagati”.
Un nuovo sviluppo giuridico della contesa dopo che, solo pochi giorni prima, la sezione speciale in materia di imprese del Tribunale di Catanzaro aveva preso un’altra decisione sfavorevole a Riccetti.
Il giudice ha sostenuto che non poteva impugnare la decisione del Cda della Bcc di Verbicaro di dichiararlo ineleggibile alla carica di presidente poiché è una facoltà concessa solo agli amministratori della banca stessa o a soci in possesso del 5 percento del capitale sociale.
“Riccetti – sostengono i vertici della Bcc – ha avanzato una candidatura in assenza dei requisiti previsti dal nostro statuto. Oltre alla innegabile carica politica alla Provincia di Cosenza, non ha mai maturato i tre anni di esperienza richiesti per essere presidente”.
Secondo il presidente Silvestri la questione sarebbe dunque avviata a soluzione. Ma tanto la causa in procura quanto quella presso il tribunale delle imprese, sono comunque oggetto di ulteriori gradi di giudizio.
I legali di Riccetti, inoltre, dichiarano che oggi Banca d’Italia avrebbe preannunciato provvedimenti in merito.
Particolari, questi, che sconsigliano dallo scrivere la parola fine su questa intricata vicenda.
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