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Paola, Piano di protezione civile: questo sconosciuto

GS_inside_arPAOLA – Piani comunali di protezione civile, questi sconosciuti. L’emergenza viene vissuta su tutto il territorio del Tirreno cosentino con superficialità. Se la terra trema la gente fugge, senza una meta precisa, e si riversa nelle strade. È accaduto l’altro ieri notte e accadrà anche in futuro. Non esiste alternativa. I comuni sono impreparati ad affrontare le calamità naturali. Esiste un punto di raccolta nel caso avvenga l’irreparabile? Non è dato a sapersi.


La nostra è una zona a rischio. Ad alto rischio. Non soltanto sismico, ma anche idrogeologico. Esempio lampante ne è l’alluvione del 2010 che ha messo in ginocchio Paola e tantissimi altri paesi del Tirreno. In città è bastata una intera nottata di pioggia per risvegliarsi ricoperti dal fango. Zone intere sommerse dall’acqua. Tantissimi i danni.

Nel Tirreno cosentino soltanto sedici su 35 comuni sono dotati di un Piano di Protezione civile. Meno della metà. Ecco chi vi ha provveduto: Aiello Calabro, Aieta, Amantea, Belvedere Marittimo, Cetraro, Fiumefreddo Bruzio, Fuscaldo, Orsomarso, Praia a Mare, Sangineto, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello, Tortora e Verbicaro.

Addirittura da questo elenco manca Paola. È da tempo che si sta parlando in città della sua elaborazione. Tra il dire e il fare l’incarico rimane ancora non assegnato. Perché considerato che trattasi di “incarico” la politica ha anche la sua negligenza a non interessarsi concretamente dell’elaborazione di uno strumento utilissimo, che non rappresenta soltanto un foglio di carta ma comprende tutte le procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio. Cos’è il piano d’emergenza? È lo strumento che recepisce il programma di previsione e prevenzione, e consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio.

In Calabria solo il 54 percento dei comuni è dotato del suddetto piano. In base a quanto previsto dalla legge 100 del 2012, i piani comunali di emergenza devono essere redatti entro 90 giorni dall’entrata in vigore della suddetta, e periodicamente aggiornati. C’è poi un altro fattore e non di secondo piano, le case fantasma: abitazioni costruite abusivamente, senza progetti approvati. E non censite. Nella nostra regione sono 120mila. Carlo Tansi spiega come “siamo terra di abusi edilizi, e paghiamo anche quello che abbiamo fatto nel corso degli anni”.

Sul Tirreno cosentino la maggior parte della popolazione è impreparata in caso di terremoto. Se la terra trema il primo pensiero, strano a dirsi, è fare a gara a chi lo scrive per primo sui social network. Poi ci si affida al Santo. E infine se c’è tempo si corre a mettersi in salvo.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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