Lo ha fatto ieri, 15 giugno 2015, con una decisione che in campo sanitario segna la svolta decisiva per l’Alto Tirreno cosentino, ormai da 5 anni privato della struttura per acuti.
In defintiva, l’organo giudiziario obbliga l’attuale commissario della sanità calabrese, Massimo Scura, a rideterminarsi sulle funzioni che la struttura sanitaria di Praia a Mare dovrà espletare.
Come nella decisione dell’anno scorso, anche in questo caso – è bene chiarire – il Consiglio di Stato non si è determinato per la riapertura dell’ospedale. Ma potrebbe essere la logica conseguenza, poiché impone a Scura di agire basandosi su quanto argomentato nella propria sentenza del 2014.
Ovvero: la chiusura dell’ospedale di Praia a Mare ha relamente penalizzato l’utenza del territorio essendo in aperto contrasto con la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria. Ovvero: l’allora commissario Scopelliti adottò scelte illegittime ed illogiche, non tenendo conto né della popolazione, residenziale e stagionale, interessata dai servizi della struttura chiusa, né dei disagi dovuti alle distanze geografiche e ai tempi di percorrenza verso gli ospedali riuniti di Cetraro e Paola.
Scura ha 120 giorni di tempo per rivalutare gli elementi che condussero alla trasformazione dell’ospedale di Praia a Mare. Quattro mesi – sentenzia il Consiglio di Stato – trascorsi i quali, a un’eventuale immobilismo si porrà rimedio con la nomina di un commissario ad acta: in pratica una sostituzione dello stesso Scura, limitatamente al caso praiese. La figura è già stata individuata nel direttore della direzione salute della Regione Lazio, che avrà a disposizione altri due mesi di tempo per adottare i necessari provveidmenti.
Nella peggiore delle ipotesi, dunque, 6 mesi di tempo e i cittadini dell’Alto Tirreno cosentino sapranno se potranno riavere il loro ospedale.
La decisione del consiglio di Stato segna dunque in qualche modo la vittoria dei comuni nella battaglia legale avviata nel 2012. Praia a Mare e Tortora, in prima fila, spalleggiati dai restanti municipi dell’area.
“Per ora nessun commento” ha detto Antonio Praticò, mentre Pasquale Lamboglia ha riferito che “Ora bisognerà attendere questi sei mesi e vedere cosa succede. Allo scopo di evitare sorprese che, pur se remote, sono ipotizzabili, sin da oggi inzieremo a vigilare sulle mosse di Regione e del commissario”.
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