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Paola, spari in via Nazionale: il testimone ritratta

Ritratta tutto il testimone chiave che aveva visto Salvatore Serpa sparare contro un fuoristrada in Via Nazionale. “Non ho riconosciuto chi ha sparato”.


PAOLA – Il testimone ritratta. E rimette in discussione, quindi, l’impianto accusatorio relativo alla sparatoria avvenuta in via Nazionale a Paola, lo scorso 21 ottobre nell’ambito della guerra tra i clan rivali dei Serpa e dei Martello.

“Non ho riconosciuto chi ha sparato”. Con queste parole lo stesso uomo che aveva verbalizzato in sede di spontanee dichiarazioni di aver visto Salvatore Serpa impugnare un’arma ed esplodere un colpo ad altezza d’uomo, ha fatto un passo indietro.

Era una testimonianza importante e decisiva per i carabinieri della compagnia di Paola chiamati a indagare sull’episodio. In sede di interrogatorio tanti i “non so” e i “non ricordo” forniti da altre cinque persone sentite per ricostruire la scena dell’agguato. Una sorta di muro di gomma contro il quale sono impattati il pubblico ministero Anna Chiara Fasano e i militari del Norm della compagnia.

La speranza è stata tenuta accesa da un unico testimone che ieri, incredibilmente, ha ritenuto opportuno non confermare le accuse.

Ieri in mattinata, ha avuto luogo nella caserma dei carabinieri l’incidente probatorio sul caso della sparatoria avvenuta nei pressi di un bar circa un mese fa. Ricordiamo che dopo accurata indagine dei militari sono stati tratti in arresto con l’accusa di tentato omicidio Matteo Serpa e Salvatore Serpa, tutt’ora detenuti in carcere. I due sono difesi dagli avvocati Gino Perrotta, Giuseppe Bruno e Armando Sabato.

Le presunte vittime dell’agguato, Antonio Luca e Giuseppe Trombetta, sono difesi entrambi dall’avvocato Sabrina Mannarino. Nel fuoristrada, al quale sono stati indirizzati i proiettili, secondo l’assunto accusatorio vi era anche un figlio del boss Luciano Martello, sdraiato sui sedili. Al momento nessun indagato per favoreggiamento.

Torniamo all’incidente probatorio che com’è noto è un istituto volto all’acquisizione di un’eventuale prova, che poi se acquisita può essere utilizzabile in fase processuale. È per tale motivo che il pubblico ministero Fasano ha convocato nella caserma dei carabinieri, per un confronto, i due Serpa (indagati) alla presenza dei rispettivi legali e l’avvocato delle due presunti parti offese. L’accusa principale pertanto è venuta a mancare.

Adesso la parola spetterà al tribunale dei riesame, martedì prossimo, che dovrà valutare le richieste degli avvocati Gino Perrotta e Giuseppe Bruno.

Ecco uno stralcio di quanto testualmente il testimone aveva affermato sul caso della sparatoria. “Mentre l’auto (un fuoristrada bianco) si allontanava a forte velocità in direzione SS18 ho visto Salvatore Serpa che impugnava una pistola non molto grande ed esplodeva un colpo di arma da fuoco in direzione del fuoristrada, ad altezza d’uomo. Subito dopo ha abbassato l’arma e si è allontanato correndo per poi imboccare una stradina”.

Anche le risultanze di tre telecamere (abitazione privata, bar e stazione di carburante), avevano confermato le prove raccolte.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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