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‘Ndrangheta e territorio, lo scettro è del clan Muto

Nonostante i colpi ricevuti con le operazione della Dda e delle forze dell’ordine il clan Muto conserva lo scettro della criminalità organizzata sul Tirreno cosentino. Cetraro rimane la città più a rischio. Intimidazioni, estorsioni e droga. Ma l’amministrazione comunale non vuole arrendersi.

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CETRARO – Lo scettro della criminalità organizzata nel Tirreno cosentino rimane nelle mani di Cetraro.

Nel regno dei Muto nonostante le ordinanze Frontiera e Murales, la ‘ndrangheta non ha ceduto il passo. Se Paola conosce una sorte di tregua, Cetraro rimane la città più a rischio del comprensorio. Una città messa in ginocchio dalle intimidazioni, dalle estorsioni e dal business della droga. Una città che ha un bisogno impellente di ripartire, come ha rimarcato anche il sindaco Angelo Aita.

Cetraro ha fatto registrare un crescendo di atti delinquenziali dopo l’ordinanza che ha colpito la famiglia Muto, segnale che la flessione che doveva scaturire dagli arresti non ha avuto molta efficacia. E così si sono avvicendati una sequenza di atti e fatti senza precedenti nell’ultimo decennio. Una sorta di bollettino di guerra per un paese che “soffre”, strano a dirsi, l’assenza dell’autorità di Franco Muto, il “Re del pesce”. Un territorio oggi allo sbando, rimaneggiato e depredato.

“Gli atti criminali consumati – spiega il sindaco – hanno portato tanta amarezza e disorientamento, ma non hanno scalfito quel processo di crescita che è inarrestabile. Sono consapevole della fragilità del tessuto sociale che ha, ancora e costantemente, bisogno di impulsi e lavoro delle agenzie educative e dell’associazionismo di questa città, nel rimuovere quel retroterra culturale presente e che tocca una vasta area. Intensificare gli sforzi, nel continuare ad aprire spazi di dialogo educativo e luoghi di crescita sociale e culturale, è l’unica strada che io conosco per una definitiva rinascita della comunità”.

Tutto questo è anche riscontrabile in atti che non appartengono alla sfera criminale, ma che fanno riflettere sull’emergenza. L’accoltellamento di un ragazzo di 20anni (accaduto pochi giorni fa) da parte di un suo coetaneo è sintomo innegabile di malessere.

Il nuovo anno dovrebbe aprirsi nella aule giudiziarie con il procedimento Frontiera e a seguire con Murales.

Ma il territorio non è comunque ancora al sicuro nonostante la magistratura stia cercando di fare passi in avanti per mettere alla sbarra nuove e vecchie leve. Se si prende ad esempio l’operazione Murales istruita dal PM Anna Chiara Fasano si potrebbe pensare a una “forzatura” della Procura della Repubblica di Paola (per i tempi brevi d’indagine, ndr) al fine di chiudere il cerchio su una fetta importante del mercato della droga da Cetraro a Diamante. E invece non è così. Cocaina, hashish e marijuana rappresentavano e rappresentano un’economia per la criminalità organizzata e non. Un’economia florida dalla quale derivano guadagni importanti.


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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