ACQUAPPESA

Acquappesa, minacce al maresciallo: indagato Giorgio Maritato

Giorgio Maritato, sindaco del Comune di Acquappesa, indagato dalla procura di Paola per aver minacciato Nicola Maggio, comandante della stazione di Guardia Piemontese. Nuova informazione di garanzia dopo l’indagine sui cartelli pubblicitari. Il PM Fasano ne ha chiesto il rinvio a giudizio.


ACQUAPPESA – Minacce al maresciallo, indagato il sindaco di Acquappesa Giorgio Maritato.

“Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Lei deve stare attento a quello che fa (…)”.

Con queste parole il primo cittadino della cittadina termale, con fare non di certo conciliante, si è rivolto al comandante di stazione dei carabinieri di Guardia Piemontese, Nicola Maggio.

In merito, nei giorni, scorsi Maritato è stato raggiunto da un’informazione di garanzia della Procura della Repubblica di Paola. Il pubblico ministero, Anna Chiara Fasano, ne ha anche richiesto il rinvio a giudizio. Il procedimento finirà quindi adesso al vaglio del giudice delle indagini preliminari del tribunale. Il sindaco, inoltre, è indagato anche per il caso dei pannelli pubblicitari.

Giorgio Maritato, sindaco del Comune di Acquappesa.

I fatti

A Maritato viene contestato il reato di rifiuto di uffici legalmente dovuti. “Chiunque sia nominato dall’autorità giudiziaria perito, interprete, ovvero custode di cose sottoposte a sequestro dal giudice penale, ottiene con mezzi fraudolenti l’esenzione dall’obbligo di comparire o di prestare il suo ufficio è sanzionabile fino a sei mesi di reclusione o con una multa”.

Nella fattispecie il sindaco contattava telefonicamente il maresciallo Nicola Maggio sulla sua utenza telefonica. Si presentava e chiedeva un incontro al suo interlocutore, pretendendo, in particolare “di conoscere dal pubblico ufficiale dettagli circa un’attività di indagine che vedeva coinvolto il centro dallo stesso amministrato e ricevendo risposta negativa lo minacciava”.

In poche parole, secondo le accuse voleva costringere Maggio a “compiere un atto contrario ai propri doveri, ossia rivelare atti di indagine coperti dall’obbligo del segreto nella fase investigativa”. I fatti sono relativi al 12 agosto dello scorso anno.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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