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Concussione e invalidità, i soldi erano in mano a Vitale

Il caso della mazzetta negli uffici invalidità dell’Asp a Diamante. All’irruzione dei carabinieri i soldi erano in mano a Eugenio Vitale. Il Gip ha confermato l’arresto solo per l’uomo ma non per Antonio Coccimiglio. Entrambi però restano ai domiciliari per il reato di concussione in concorso.


PAOLA – La busta con la mazzetta da 2mila euro era nelle mani di Eugenio Vitale.

Questa la scena apparsa agli occhi dei carabinieri del comandante Pinto all’atto dell’irruzione nell’ufficio invalidi dell’Asp a Diamante. Nella stessa stanza era presente Antonia Coccimiglio.

Sulla base di queste risultanze e sull’ascolto degli accusati si è formata la decisione del Gip di Paola nel corso dell’interrogatorio di garanzia avvenuto ieri al tribunale di Paola.

Al centro del caso i componenti della commissione invalidi che hanno intascato una mazzetta negli uffici Asp di Diamante per una pratica di invalidità.

Antonia Coccimiglio (in rosso) e Eugenio Vitale (in camicia a quadri) all’arrivo alla caserma dei carabinieri di Scalea

Le decisioni del Gip

Il Giudice per le indagini preliminari di Paola ha convalidato l’arresto per Vitale ma non per la Coccimiglio. Resteranno ai domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria ed entrambi accusati del reato di concussione in concorso.

Secondo gli inquirenti, dunque, la posizione di Vitale apparirebbe più compromessa rispetto a quella della collega. Tuttavia gli elementi in mano al giudice sono tali da applicarle ugualmente la misura cautelare dei domiciliari anche alla Coccimiglio.

Antonia Coccimiglio, 65 anni, e Eugenio Vitale, 54 anni – lo ricordiamo –, sono stati arrestati in flagranza di reato la mattina di giovedì 3 agosto con l’accusa di concussione in concorso.

I due dipendenti pubblici avrebbero sfruttato il loro ruolo per chiedere a due donne di Diamante il pagamento di 2mila euro. In cambio avrebbero promesso il buon fine della pratica di invalidità di una delle due. All’interessata l’Inps ha riconosciuto il sussidio mensile di invalidità oltre a 4mila euro di arretrati.

Una questione di coraggio

Le vittime – come è noto – hanno informato i carabinieri della compagnia di Scalea delle pressioni subite. I militari, diretti dal comandante Alberto Pinto, hanno quindi organizzato uno scambio controllato e, giovedì mattina, sono entrati in azione subito dopo la consegna della mazzetta.

Un gesto coraggioso, quello delle due anziane diamantesi, che non è affatto passato inosservato all’opinione pubblica.

In molti, infatti, sostengono che sia arrivato il momento di scrivere la parola fine su questa odiosa pratica di considerare il riconoscimento dei diritti dei cittadini come favori personali elargiti da impiegati infedeli.

E molti sostengono che il carcere, la perdita del lavoro e la gogna mediatica che seguono a una denuncia come quella del caso siano i giusti deterrenti per combatterla.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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