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Scalea, intimidazione a un commerciante: tira aria brutta

Ordigno rudimentale sul cancello di un attività commerciale di Scalea. Il proprietario: “Pensavo l’avessero smessa”. Indagano i carabinieri senza escludere alcuna ipotesi. Il materiale utilizzato era infiammabile ma non esplosivo. Ma il messaggio lanciato da ignoti appare chiaro.


SCALEA – “Pensavamo che a Scalea queste cose fossero finite”.

Lo ha detto ieri pomeriggio il proprietario di un negozio di materiali per l’edilizia di Scalea oggetto di un presunto atto intimidatorio nella mattina del 28 agosto. Sul caso indagano i carabinieri del comandante Alberto Pinto.

Insomma: tira aria brutta a Scalea. Di nuovo, dopo i fatti del 2013. L’operazione Plinius aveva scoperchiato l’intreccio tra ‘ndrangheta e politica. Le ndrine locali al servizio del clan Muto di Cetraro, emerse, avevano messo un cappio al collo dell’economia cittadina e del territorio.

In questa estate 2017 alcuni fatti destano preoccupazione. Come l’arresto di un uomo che aveva tentato di estorcere denaro a un commerciante presentandosi a nome dei Valente.
O come l’incendio del lido Itaca. Sul caso i carabinieri indagano senza escludere, anche qui, l’ipotesi dolosa.

Materiale plastico sulle inferriate del cancello

I fatti di ieri. Erano le sette del mattino quando il proprietario è arrivato a Scalea per l’apertura del negozio. Ha subito notato qualcosa attaccato al cancello dell’attività. Un cubetto di materiale plastico, non più grande di un lucchetto. Qualcuno, nella notte, lo aveva fissato alle sbarre con del nastro adesivo. Nel solido era conficcata una miccia pirica e su di esso era appoggiato un accendino.

L’uomo ha allertato immediatamente le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinieri del Norm e della stazione di Scalea, raggiunti in seguito dal nucleo investigativo artificieri. L’area è stata interdetta al traffico fino alle 13.

Le analisi svolte dai carabinieri hanno poi stabilito che si tratta di materiale infiammabile ma non esplosivo. Ma anche se quell’ordigno rudimentale non poteva esplodere, il messaggio appare chiaro ugualmente.

Non siamo eroi ma gente per bene

In un area come l’Alto Tirreno cosentino, anche a denunciare un tentativo di intimidazione ci vuole coraggio.

Non siamo eroi – ha detto il commerciante –, siamo solo persone per bene. Invece che ai carabinieri avremmo potuto rivolgerci ad altre persone per chiedere protezione”. Così, a volte, ma non sempre, vanno le cose in Calabria.

“Abbiamo pensato a qualcuno a cui non è piaciuta la nostra politica della merce che si paga alla consegna. Noi – ha aggiunto il titolare dell’attività – non abbiamo ricevuto minacce o richieste. Magari se non avessimo chiamato i carabinieri, le richieste sarebbero arrivate tra qualche giorno.

Speriamo – ha voluto sottolineare l’uomo – di essere gli ultimi a ricevere queste attenzioni. Per me non è un problema, tra qualche anno vado in pensione. Queste cose mi feriscono perché penso ai giovani, come mio figlio, che devono costruirsi un futuro in questa terra”.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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