3 anni e 4 mesi di carcere per Massimiliano Cedolia. Questa la pena richiesta dalla procura di Paola per il promoter di Praia a Mare ritenuto la mente della truffa ai danni dei Minimi e del Santuario di San Francesco di Paola. Le richieste per gli altri imputati.
PAOLA – “Condannate Massimiliano Cedolia”.
La procura di Paola chiede 3 anni e 4 mesi di carcere per il promotore finanziario di Praia a Mare. Sarebbe la mente della truffa ordita ai danni dell’Ordine dei Minimi e del Santuario di San Francesco di Paola.
Ieri pomeriggio nell’aula Beccaria del tribunale di Paola si è registrata la requisitoria del PM, Anna Chiara Fasano. L’arringa segna il passo di un processo e di una indagine avviata nel 2013 dall’allora sostituto pubblico ministero Linda Gambassi. In parallelo il giudizio in rito abbreviato dei genitori di Cedolia che sono stati assolti dal giudice.
Vediamo le altre richieste.
Muselli è uno scenografo, docente all’accademia di Belle arti a Napoli che ha vinto nella stagione 2014 – 2015 il David di Donatello per il film “Il giovane favoloso” su Giacomo Leopardi. Ha restituito la somma di 30mila euro indebitamente percepita. Forse per tale ragione la richiesta del PM.
A compromettere in particolare Cedolia sono le e-mail del 2012. Utilizzate quindi come prove.
Il promotore a inizio ottobre scrive a padre Russo: “Mi rendo conto che ti ho fatto perdere una barca di soldi, dammi il tempo, te li restituisco”. Poi, il 28 ottobre, una nuova missiva: “Ti anticipo la dichiarazione della quale abbiamo parlato ieri, nella speranza che possa essere utile a dimostrare il tuo corretto operato, a rassicurare tutti sulla mia responsabilità e impegno personale a rimediare”.
Cedolia, infine, si sarebbe impegnato “a conseguire entro la data del 31dicembre 2022 l’importo di 800 mila euro quale saldo del fondo depositato sul rapporto intestato alla chiesa San Francesco”. In aula il promotore ha poi disconosciuto la sua firma.
Massimiliano Cedolia si è contraddetto in più circostanze nel corso delle audizioni. Addirittura in due occasioni ha disconosciuto dichiarazioni o atti a sua firma. Ha cercato goffamente di destreggiarsi, ma sia il pubblico ministero Anna Chiara Fasano che gli avvocati Marino e Bartolo lo hanno messo in difficoltà.
Poi è stato il turno della moglie. E ancora prima dei padri minimi. Anche loro però hanno offerto uno scenario confuso della situazione. Ci sarebbe stata buona fede nelle azioni dei religiosi, ma la scarsa capacità in sede di contabilità ha causato, anche se indirettamente, un danno.
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