Ruolo chiave dei tour operator polacchi per fortificare il ponte turistico tra Polonia e Riviera dei Cedri. Si stringono accordi per incrementare i flussi mentre il comune sigla il gemellaggio con Wladyslawowo. Un nuovo interessante trend dopo “l’invasione russa”.
SCALEA – È la Polonia la nuova frontiera del mercato del turismo per Scalea e la Riviera dei Cedri.
Nel comune di Torre Talao sono in molti ad esserne convinti. Lo sono istituzioni pubbliche ma anche operatori economici. Soprattutto quelli del settore turistico – ricettivo.
C’è la volontà di affiancare al fenomeno russo, ormai ben noto, un flusso sempre crescente di turisti provenienti dal Paese del centro Europa.
Oltre a loro, da anni ormai, si registrano flussi di turisti dalla Polonia. Un trend interessante che proprio di recente pare subire un positivo incremento. Per la prossima estate è in previsione un raddoppio dei flussi. Ciò, grazie ad accordi commerciali stretti tra parte del settore alberghiero locale e i principali tour operator polacchi.
Il loro ruolo è ritenuto cruciale. Il fenomeno del turismo polacco è di certo un indicatore positivo, ma va valutato ancora per quello che è. La Riviera dei Cedri, per intenderci, non è di certo una destinazione primaria per i polacchi, come per altri turisti.
Per questo i tour operator in patria sono decisivi nell’indicarla come possibile meta turistica e nell’organizzare pacchetti vacanza. Questi comprendono voli specifici, trasferimento dall’aeroporto di Lamezia Terme e soggiorno nelle strutture ricettive di Scalea e della Riviera dei Cedri.
Ne abbiamo parlato con Giancarlo Formica, presidente di Ecotur, consorzio di operatori turistici della Riviera dei Cedri.
“I russi – ci ha spiegato – hanno investito nel mattone a Scalea e dintorni, forti anche di un cambio monetario favorevole. La riviera, per loro, è un luogo dove svernare e per questo sono diventati proprietari di case. I polacchi, invece, vedono il territorio come una meta turistica a tutti gli effetti, e puntano al soggiorno in strutture ricettive”.
Il tutto, in estate, dal momento che l’organizzazione sociale della Polonia ha tempi e modi simili a quelli italiani. Le scuole – ad esempio – sono chiuse da giugno a settembre. Il Paese, inoltre, vanta un’economia in continua espansione.
Nel frattempo, dinamiche simili a quelle perseguite per la Polonia vengono applicate al mercato di altri paesi europei. Tra questi la Repubblica Ceca e la Slovacchia e la Francia.
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