Comune di Tortora e Regione Calabria spingono per la valutazione ambientale. Ecologica 2008 dice no. Si inasprisce lo scontro sui depuratori di San Sago di Tortora.

TORTORA – Il depuratore di San Sago non deve smaltire rifiuti, dicono Regione Calabria e Comune di Tortora. No, l’impianto può regolarmente operare, controbatte la ditta Ecologica 2008.
Una disputa a suon di carte che riprende vita in queste ore. Ancora una volta, sono contrapposte l’amministrazione comunale tortorese e la ditta che gestisce i depuratori di rifiuti liquidi speciali, pericolosi e non, a due passi dal fiume Noce.

Ecologica 2008 querela Lamboglia
Privato che questa volta querela il sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia, e alza la voce.Il dipartimento Ambiente e territorio della Regione Calabria lo ha “invitato” a presentare istanza di Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) alla Regione Basilicata, poiché quest’ultimo ente è proprietario del Sito di interesse comunitario (Sic) nei pressi del quale si trova l’impianto.
Considerato anche che la regione lamenta mancati adempimenti richiesti al privato dall’Arpacal per le analisi delle acque sotterranee e l’apertura dello scarico, ha “vietato” a Ecologica 2008 l’attività di trattamento rifiuti fino all’ottenimento della Vinca.
Ecologica 2008 “snobba” la Basilicata
“Non è altro che un banale invito” sostiene ora la ditta che ricorda come, nel 2016, lo stesso dipartimento regionale aveva stabilito che l’impianto non era assoggettabile alla valutazione che oggi, invece, viene richiesta.
Vinca da instradare alla Regione Basilicata, che però viene giudicata ente non competente per ragioni territoriali e “soprattuto – scrive Ecologica 2008 in una nota stampa – perché l’impianto è stato aperto in data antecedente all’entrata in vigore operativa delle norme relative alla Vinca”.
La società si dice convinta di avere dunque le carte in regola per riattivare e proseguire l’attività di smaltimento dei rifiuti. L’impianto è stato fermo per alcuni anni a causa di un sequestro da parte della guardia di finanza per reati ambientali. La successiva vicenda giudiziaria ha comunque condotto al dissequestro e alla restituzione dell’impianto alla società.

In sostanza, il privato non ritiene di dover accettare “l’invito” della regione e sostiene apertamente che se la Basilicata avesse avuto qualche potere in merito avrebbe già preso provvedimenti. Nulla ha comunque aggiunto Ecologica 2008 circa il “divieto” all’attività comunicato dal dipartimento calabrese per i mancati adempimenti richiesti da Agenzia regionale per l’ambiente della Calabria.