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Fase 2: che ne sarà dell’ordinanza della Santelli?

Alla riapertura di attività è seguita una ondata di critiche dei calabresi. La Santelli “battistrada” dei governatori di centrodestra, ma arriva “l’altolà” del ministro Boccia.


CATANZARO – Che ne sarà dell’ordinanza della Santelli che riapre alcune attività, in particolare della ristorazione, con le dovute precauzioni?

Il documento, in vigore già da oggi, ha già ricevuto una gran mole di critiche da parte dei cittadini calabresi, anche se non mancano i favorevoli.

In sintesi, secondo molti calabresi è “troppo presto” per una misura del genere e si rischia di vanificare “quanto di buono fatto finora in Calabria”.

“Non è una riapertura per tutti” hanno aggiunto altri sottolineando il fatto che non tutti i locali pubblici hanno gli spazi per rispettare i parametri dell’allegato all’ordinanza stessa, “Misure per le attività di asporto e di somministrazione alimenti all’aperto”.

Ordinanza e allegato li trovate seguendo questo link.

Secondo Jole Santelli, attività come bar, ristoranti, pizzerie e simili “possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime ‘anti-contagio’ e ferma restando la normativa di settore“.

Intanto, nelle ultime ore, i presidenti di regione del centrodestra (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise) e il presidente della provincia autonoma di Trento hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte.

Hanno chiesto “rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni” e, in definitiva, “che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020 [..] venga riformata, in quanto non dotata della necessaria flessibilità”.

Insomma, le regioni chiedono che il Governo faccia un passo indietro laddove consente alle regioni di adottare “solamente misure più restrittive“.

Al contrario, i firmatari della lettera vogliono la possibilità “di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale”, se si è in presenza di una “situazione epidemiologica migliorata” e di “modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita”.

Proprio come ha fatto ieri sera in Calabria la Santelli.

Quasi immediata è arrivata la reazione del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia del Pd.

“Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti con il Dpcm“, ha detto per poi specificare: “Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle, solo in caso di allentamento delle misure. Se non avviene, sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta“.

Il ministro ha aggiunto che, in merito, vuole “un confronto preventivo” e ha ricordato che, a partire dal 18 maggio, ci potranno essere scelte differenziate tra le regioni sulle riaperture di attività. A contagi in calo corrisponderebbero – nella visione del ministro – maggiori aperture di attività.

Una posizione, dunque, in contrasto con il “balzo in avanti” voluto dai governatori di centrodestra e già compiuto dalla Santelli.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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