Aveva 97 anni la fondatrice del Fondo Ambientale Italiano. L’ambientalismo perde un punto di riferimento, ma conserva il suo esempio.
MILANO – È morta oggi a Milano Giulia Maria Crespi, imprenditrice e fondatrice del Fondo Ambiente Italiano, all’età di 97 anni.
Discendente di nota famiglia lombarda di cotonieri, fu amministratrice del Corriere della Sera e responsabile della “virata a sinistra” del noto quotidiano nazionale.
Durante la sua gestione licenziò il direttore Giovanni Spadolini, noto politico italiano, sostituendolo con Piero Ottone, e allontanò la storica firma di Indro Montanelli.
È stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2003
Ma sopratutto contribuì a fondare il Fai di cui è stata presidentessa onoraria fino alla morte, avvenuta oggi.
“È un evento che segna un momento cruciale nella storia della Fondazione – ha detto Andrea Carandini, presidente dell’ente -.
La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire”.
“Dobbiamo esserle grati – ha detto Donatella Bianchi, presidente del Wwf – per aver reso la bellezza accessibile a tutti.
Senza il suo impegno e la sua determinazione buona parte del nostro patrimonio paesaggistico e culturale oggi non sarebbe così protetto e fruibile”.
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