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L’unica soluzione è il vaccino: ma la Calabria è sempre ultima

La Regione Calabria stabilmente all’ultimo posto per dosi somministrate. Le consegne sono a singhiozzo. Leggiamo qualche numero insieme.

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Il vaccino contro il Covid-19 è l’unica soluzione per uscire dall’emergenza sanitaria.

Bloccare la circolazione del virus e con esso lo stillicidio di morti per rimettere in moto la vita di ognuno e di conseguenza l’economia.

Concetti – questi – piuttosto semplici che però in Calabria devono scontrarsi con un sistema politico-amministrativo-burocratico abituato alle ultime posizioni di qualsiasi graduatoria.

Secondo i dati aggiornati costantemente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la regione è all’ultimo posto tra le regioni italiane per percentuale di somministrazione dei vaccini.

Il 76,3%. Ovvero 247.307 dosi somministrate su 323.990 consegnate. Più che questo dato secco, dovrebbe comunque rattristare una lettura di esso. Per raggiungere quella percentuale ci sono voluti circa 3 mesi!

Di chi è la colpa?

E se ti chiedi di chi sia la colpa non puoi che risponderti: “Di tutto il sistema Calabria“, anche a giudicare dai rimpalli di responsabilità che permeano l’intera catena della somministrazione.

Il territorio dice “noi siamo pronti, aspettiamo solo le dosi“. La struttura commissariale a braccetto con l’attuale governo dice “centri vaccinali di eccellenza” o – come nel caso specifico del governatore Spirlì – cose del tipo: “Campagna vaccinale ottima“.

Lo ha detto nel corso della recente visita in Calabria del commissario per l’emergenza Covid-19 in Italia, Francesco Paolo Figliuolo, e il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio.

Se vi siete persi questo importantissimo passaggio cliccate su questo link.

Senza considerare che, sempre il governatore leghista, ha recentemente millantato la partenza della vaccinazione per i cosiddetti soggetti vulnerabili e per i loro famigliari o accompagnatori.

Peccato che si sia dimenticato di spiegare loro anche “quando” ciò dovrebbe accadere. NE ABBIAMO PARLATO QUI

Il peggio lo diamo nella Seconda Dose

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Torniamo ai numeri della vaccinazione in Calabria che per quanto riguarda la somministrazione della seconda dose è deficitaria in tutte le categorie, tranne che per il personale sanitario (circa l’80%).

Sempre secondo i dati del Governo, in tutta Italia ha ricevuto la prima dose il 56% del personale scolastico, lo 0,87% la seconda. Anche in questa graduatoria figura male la Calabria.

In riferimento ai 46.350 operatori del mondo scuola in Calabria, ad oggi, si contano 12.656 somministrazioni. Circa il 20% ha ricevuto la prima dose. Meno dell’1% ha ricevuto anche la seconda.

66.254 somministrazioni sono state effettuate agli Over 80. Dei 153.062 calabresi appartenenti a questa categoria ha ricevuto la prima dose circa il 40%, mentre meno del 15% dei nostri anziani ha avuto entrambe.

Nella categoria 70-79 anni che in Calabria conta 185.708 individui, è ferma a circa il 2% la percentuale di chi ha ricevuto entrambe le dosi. Poco sopra il 10% invece chi ne ha avuta fin qui soltanto una.

Un dato positivo è quello relativo alle Rsa, dove il 100% degli 11.333 ospiti ha avuto la prima dose e circa la metà di loro ha avuto anche la seconda.

Intanto questa mattina, l’Asp di Cosenza ha informato che “è arrivato il quantitativo di vaccini che l’Azienda sanitaria di Cosenza attendeva – si legge sul sito ufficiale -.

Si tratta di poco più di 9.000 dosi che verranno destinate rispettando il calendario già stabilito dalle strutture competenti. La fornitura dei vaccini, avvenuta solo stamattina, consentirà l’avvio e la continuazione della campagna vaccinale a partire dai prossimi giorni”.

Anche in queste righe, al netto della buona notizia dell’arrivo delle altre dosi, si deve leggere di una campagna vaccinale che procede a singhiozzo.

E tutta la Calabria non merita questo trattamento. Non lo meritano soprattutto persone come il signor Giuseppe Trapasso.

Ovvero, l’85enne invalido di guerra che qualche giorno fa ha ceduto il suo vaccino a Carmela Rizzo, una 23enne malata di cancro.

Di questo passo, quando si riparte?

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Dati impietosi alla mano e con un calcolo assolutamente approssimativo è come se in Calabria si inoculassero meno di 3 mila dosi al giorno. Per vaccinare tutta la popolazione, di questo passo, ci vorrebbero anni. Almeno un paio, occhio e croce.

Questi dati dovrebbero rientrare nei ragionamenti di chi è interessato alla ripartenza dell’economia estiva della quale gran parte dei territori della Calabria vive.

Lo abbiamo scritto in apertura che l’unica soluzione, anche per l’economia, è la vaccinazione.

Giugno si avvicina e se sarà possibile venire in vacanza in Calabria bisognerà ragionare su quanti turisti vaccinati arriveranno e quanti calabresi vaccinati li accoglieranno.

E ancora, dopo Pasqua, quanti insegnanti vaccinati potranno eventualmente riaccogliere in classe gli studenti calabresi?

Infine, quando potremo considerare i nostri anziani e tutti i soggetti fragili al sicuro?

È a questo che bisogna pensare.

E alla luce di tutto questo, continuare a chiedersi: “Ma perché Figliuolo e Curcio sono venuti in Calabria in parata militare e non alla guida di due articolati, uno ciascuno, pieni di dosi di vaccino“?


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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