Alcuni lavoratori hanno incontrato Katya Gentile, presidente della Commissione regionale per i Consorzi di bonifica.

Tra stipendi non pagati da mesi ai lavoratori e gravi accuse anonime agli amministratori, sono giorni poco tranquilli per il Consorzio di bonifica integrale dei bacini del Tirreno cosentino.
L’ex “Valle Lao” non è affatto nuovo a turbolenze di questo genere e non trova pace da diversi anni tra gestioni ampiamente criticate e una situazione economica mai appara solida, anzi.
Negli ultimi tempi alcune comunicazioni di sedicenti dipendenti hanno provato a scuotere lo stagno. In una di queste lamentano 7 mensilità arretrate. In una delle due arrivate alla nostra redazione vengono sollevate accuse verso la dirigenza di compiere gravi reati.
Il tutto però in forma anonima su fatti che – se veri – dovrebbero essere rappresentati alla procura piuttosto che alle redazioni dei media locali.
In questo clima, ieri, una delegazione di lavoratori ha incontrato Katya Gentile, presidente della sesta
commissione del Consiglio regionale della Calabria.

“La presidente – si legge in un comunicato stampa – ha inteso ascoltare con attenzione le rivendicazioni dei lavoratori, anche al fine di avere, da una diversa prospettiva, un quadro di quello che è la realtà dei
consorzi di bonifica, che rientra tra le materie di competenza della sesta commissione.
Dalla testimonianza dei protagonisti è emersa una situazione drammatica in cui versa l’ente. Un bilancio negativo con un disavanzo di oltre 7 milioni di euro, revisore dei conti dimissionario, scarsa organizzazione degli uffici del personale, professionisti esterni con incarichi per progetti di cui non è chiara la definizione degli obiettivi e la fattibilità.
Con conseguente stato di precarietà per i dipendenti – prosegue Katya Gentile, mancate retribuzioni e carenza di mano d’opera.
È mia ferma volontà di approfondire, al più presto, tutte le criticità e le tematiche emerse. È un dovere istituzionale individuare di chi e quali siano le responsabilità che hanno portato alla disastrosa situazione attuale, che genera disservizi agli utenti, lede la dignità dei lavoratori e offre una immagine desolante per l’intera regione.
Partendo poi, dalla considerazione che, solo il consorzio Bacino del Tirreno è costituito da ben oltre trenta comuni e offre servizi ad un’area di circa 117.000 ettari, è evidente l’impatto e l’importanza che questi tipi di enti hanno sul nostro territorio.
Ritengo sia necessario approntare una seria e oculata riforma che preveda una riorganizzazione di tutti i consorzi calabresi”.
