PAOLA

Paola, Piano Torre: il quartiere figlio di un Dio minore

Da quando le case un tempo occupate dai ferrovieri sono state vendute l’abitato è sprofondato nell’abbandono e nell’incuria.


Piano Torre di Paola è un quartiere figlio di un Dio minore.

Oltre dieci anni fa, la ferrovia ha venduto quattordici case. Sono state acquistate in un unico blocco da un privato. Edifici per lo più ad un piano che per anni sono stati abitati prima da ferrovieri e poi da congiunti degli stessi.

Non sono riusciti a riscattarli, però, in quanto il procedimento civile che si era aperto non ha tenuto conto dell’interesse storico.

Oggi, a distanza di otto anni dalle lettere di sfratto, quelle case sono rimaste nell’abbandono. Ricettacolo di immondizia, amianto e traverse ferroviarie. Di materiale nocivo recintato nei suoi spazi.

Gli anziani nel frattempo sono andati via. Nessun intervento è stato mai effettuato dal privato nonostante si parlasse di un progetto di restyling.

“A noi – spiegano alcuni residenti – verrebbe voglia di scrivere alla magistratura. L’amianto è sempre al suo posto, dal 2018. Il cattivo odore dalla discarica a cielo aperto accanto al faro arriva fino alle case. La pulizia dei giardini non è mai stata effettuata”.

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La maggior parte delle abitazioni, ormai nel degrado più assoluto, è ricoperta da erbacce di oltre due metri che rappresentano un brutto colpo all’occhio nel quartiere. All’esterno di alcune di loro rifiuti speciali, pericolosi e nocivi per la salute dell’uomo.

C’è amianto, per lo più in lastre in eternit, abbandonato ai margini dei cancelli, e poi traverse ferroviarie. Da tempo si parla della loro rimozione. Da anni i residenti si appellano al Comune di Paola. Niente da fare.

Persiste ancora la discarica di rifiuti accanto alla torre del faro. È stata accatastata da alcuni mezzi ma lasciata al suo posto. Si presume che ben presto dovrebbe essere rimossa.

Ma rimangono in ogni caso sul tappeto gli altri problemi. La strada principale andrebbe bitumata e gli spiazzi rimessi in ordine. Andrebbe anche tenuto sotto controllo l’ala a monte della Torre del Faro dove c’è gente che va ad abbandonare i rifiuti.

I residenti non sanno più a chi rivolgersi. Le proteste sono servite a poco. Il campo di calcio e quello di bocce, la scuola di musica. Sembrano ricordi sbiaditi nelle pagine ingiallite del tempo.

Non è più un quartiere per anziani, e nemmeno per bambini. Non è più un quartiere dei ferrovieri. Non è più un quartiere.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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