Accolto a Scalea dai sacerdoti e dagli abitanti della forania il nuovo vescovo Stefano Rega. L’appello del sindaco Giacomo Perrotta.
“È una diocesi stupenda, in cui ci sono monti e c’è il mare e, in mezzo, c’è tanto grano da coltivare, di cui prendersi cura, senza dimenticare che c’è anche tanta erbaccia“.
In un passaggio del suo discorso ieri a Scalea, monsignor Stefano Rega, ha centrato uno degli aspetti che caratterizzerà la sua missione nella diocesi di San Marco Argentano – Scalea, fatta com’è di territori nei quali la popolazione necessità di conforto per fronteggiare i molti problemi da cui è attanagliata.
Domenica 12 marzo 2023 la forania di Scalea, i suoi parroci, i suoi abitanti, hanno accolto il nuovo vescovo che lo scorso 4 marzo ha fatto il suo ingresso nella Cattedrale di San Marco Argentano (leggi qui).
![Stefano Rega scalea vescovo](https://www.infopinione.it/wp-content/uploads/2023/03/Stefano-Rega-scalea-vescovo-1024x555.jpg)
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Accolto prima in Piazza Cimalonga (anche per godere del panorama di cui da lì si gode, su Scalea e sulla Riviera dei Cedri, ndr), attraverso una breve processione nel centro storico ha raggiunto la Chiesa Madre di Santa Maria d’Episcopio.
Rega, anche in questa pubblica uscita a Scalea, organizzata dai sacerdoti della forania di Scalea, con in testa il vicario foraneo di Scalea don Antonio Pappalardo e il parroco della parrocchia Santa Maria d’Episcopio don Franco Laurito, ha confermato le impressioni ricavate dal suo arrivo in diocesi. Un pastore a contatto con la gente, che ispira fiducia e vicinanza.
Impressioni condivise nei commenti dei molti abitanti della forania che hanno deciso di partecipare alla cerimonia, affollando la chiesa madre posta nella parte alta dell’antico borgo scaleoto e all’esterno per mancanza di posti.
Prima della Santa Messa qui celebrata, il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, ha bissato il saluto al monsignore, come in occasione del suo ingresso a San Marco Argentano.
Il primo cittadino, dopo i dovuti ringraziamenti, ha parlato della comunità che amministra: “Scalea città bella” ha detto, “ma anche complessa” eppure “è difficile, se non impossibile, staccarsi. A Scalea e negli scaleoti – ha promesso – troverà sempre accoglienza e un cuore buono pronto ad accogliere”. E poi il passaggio topico: “Poche sono le cose che Scalea ha da chiederle. Ci aiuti a non essere inquieti“, ha detto Perrotta ricordando, ancora una volta, il difficile momento che la cronaca nera racconta descrivendo Scalea e il territorio del Tirreno cosentino.
“Siamo convinti, Eccelenza – ha proseguito -, che il sommo pontefice l’ha inviata in mezzo a noi perché ci potrà e saprà aiutare a non sprecare le energie e il tempo in chiacchiere sterili o dannose, per essere veramente operosi e vigilanti, nella comunione dei cuori. Si, Padre reverendissimo, viviamo in tempi inquieti, noi siamo inquieti, sempre vogliamo le cose prima di chiederle e la vogliamo subito, subito… e la vita non è così. Questa inquietudine ci fa male, e la preghiera sa ammansire l’inquietudine, sa trasformarla in disponibilità. Ci insegni la pazienza”.
E ancora: “Ci rivolgiamo a lei perché possa sostenerci nell’impegno a coltivare il dialogo, a superare gli steccati del pregiudizio, a far sì che nessuno debba essere lasciato solo nella sofferenza. Questa è l’identità di cui, con orgoglio, vorremmo potere mostrare il volto.
Il popolo di Scalea – ha aggiunto Perrotta – sa rivelare un animo generoso e una sensibilità concreta nei confronti di chi versa in condizioni di disagio e difficoltà. Confidiamo nel suo esempio e nel suo insegnamento, Eccellenza, affinché possa non venire meno questa attenzione nei confronti dell’altro, questo desiderio di reciproco scambio e supporto di cui abbiamo riscoperto il valore e l’essenzialità.
A lei, dunque, affidiamo oggi quella che speriamo possa sentire sin d’ora la sua casa e la sua famiglia: un territorio in stretta correlazione con la propria diocesi, di cui le comunità parrocchiali, il tessuto associativo e il mondo del volontariato rappresentano la linfa vitale”.
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