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Starlight Praia a Mare, chiude storica sala giochi dopo 35 anni: del perché meriterebbe un museo

EDITORIALE ||| Chiude i battenti la Starlight, storica sala giochi di Praia a Mare: al suo interno dai giovani della Generazione X ai nativi digitali. Una riflessione sull’eredità che lascia: l’importanza di incontrarsi di persona.


Il viaggio della Sala giochi Starlight termina. 35 anni insieme, con tante generazioni. Grazie a tutti“.

Parole stampate su un A4 bianco, appeso con lo scotch all’interno di una storica vetrina di Praia a Mare, una di quelle attraverso la quale, per 35 anni, sono transitati centinaia di ragazzini del posto. E non solo.

I primi adolescenti ad averlo fatto erano solo nella fase di riscaldamento per Italia ’90 e, oggi, sono in gran parte genitori e lavoratori del territorio. Gli ultimi, possessori di smartphone, sono ragazzi che hanno resistito come potevano al concetto di realtà virtuale quale antitesi della sala giochi stessa e del luogo di ritrovo in generale.

È sempre andata avanti così, la Starlight di Praia a Mare. Ha resistito a tutto la sala giochi che ha svezzato la Generazione X e i digitali nativi con lo stesso registro di attenzioni dispensate dal proprietario, Vincenzo De Presbiteris.

Toccante il saluto diffuso sui social dal figlio Angelo, “vecchio lettore” di queste pagine, già assessore di Praia a Mare e attualmente consigliere comunale.

Grazie a tutti, grazie papà, grazie Starlight

starlight praia a mare

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“Ebbene, questa volta papà l’ha davvero chiusa per l ultima volta. La Starlight, l’ultima sala giochi di Praia a Mare. Più che il luogo di lavoro, una storia d’amore durata 35 anni, un luogo che ha visto nascere e crescere giovani, relazioni d’amore e grandi amicizie, che ha portato avanti il ricordo dei ragazzi volati in cielo troppo presto, le ‘filarate’ infinite di motorini in quegli anni in cui non esistevano smartphone e social, ma ci si ritrovava senza neanche darsi appuntamento, al solito posto e al solito orario.

Le mode, le tendenze, le Dr. Martens, i pantaloni a zampa e poi quelli a vita bassa, la musica, lo specchio della porta che ti ci guardavi quando entravi e quando uscivi, il cancello di fronte con la scritta ‘brothers of sound’, le ragazze, i ragazzi, gli Anni ’90 e poi quelli 2000. I tornei di calcetto tra sale giochi, le guerre a Carnevale, il primo internet point (1996) e tanta, tanta gioia e spensieratezza. I flipper, Wonderboy, Super Pank, Tetris e Arcanoid, l Honda e il camion gigante, Virtual Striker e Tekken, Street Fighter e biliardino, ping pong, Crazy Taxi, Superspike e tanto altro divertimento!

Sarebbe riduttivo descrivere con un post le mie emozioni nei riguardi della Starlight, lei che mi ha dato tantissimo e tolto qualcosa. La mia seconda casa, le persone incontrate e che sono rimaste nella mia vita, i giovani turisti che si sono cresciuti lì dentro… e che lì dentro hanno lasciato un pezzo di adolescenza diventando di fatto mezzi praiesi, a coloro che ritornavano e avevano sempre il pensiero di passare per un saluto e fermarsi per qualche minuto.

Cara Starlight, se ieri sei stata quel luogo di aggregazione, socializzazione e valori, da domani sarai un concetto per educare e raccontare bellezza, storia e ricordi di una Praia a Mare che è stata e che mai più tornerà.

Da poco é nato un nuovo Vincenzo De Presbiteris e occorrerà scrivere una nuova storia, perché ad ogni fine c’é la necessità di avviare un nuovo inizio! Grazie a tutti, grazie papà, grazie Starlight”.

La Starlight di Praia a Mare: l’eredità dell’importanza di incontrarsi di persona

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Incontrarsi di persona: era questo – soprattutto – che si faceva. E toccarsi, mischiarsi germi, abbracciarsi, pomiciare, tramare cose, stendere piani esistenziali forse irrealizzabili, masticare gomme, fumare di nascosto, confidarsi l’anima adolescenziale, stringere amicizie, romperne altre, annoiarsi a morte o divertirsi all’improvviso.

È stato un luogo talmente iconico che attirava ragazzi dai paesi limitrofi (tipo io, ndr): un antesignano impensabile dei macroattrattori e delle operazioni di marketing territoriale.

Nella società attuale, un luogo così, una tale esperienza, un vissuto di questa portata sono un lascito senza eguali che meriterebbe un museo.

Da parte dello scrivente grazie e i migliori auguri a Vincenzo e Angelo per i loro progetti.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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