Regione, Consorzio e istituti di ricerca lanciano Cedrotrack: un progetto che punta a elevare qualità e sicurezza del prodotto. Gli studi hanno prodotto risultati orientati al mondo farmaceutico, alimentare e ad altri settori.
La Regione Calabria ha finanziato il progetto “Cedrotrack, tracciabilità molecolare dei cedri della riviera” nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Lo rende noto il Consorzio del Cedro di Calabria di Santa Maria del Cedro, annunciando l’iniziativa che punta a elevare lo standard della produzione.
“Qualità e sicurezza dei prodotti food e non food valutate con tecnologie chimiche avanzate finalizzate alla valorizzazione del cedro, una coltura millenaria del territorio calabrese recentemente riconosciuta della Denominazione di origine protetta (Dop)”, fanno sapere i promotori.
“Il progetto che mira allo sviluppo di metodologie innovative di indagine chimica per la determinazione della qualità e dell’origine del cedro e di processi innovativi di produzione di alimenti a base di cedro contenenti molecole di interesse nutraceutico è svolto nell’ambito di una proficua collaborazione tra noi – spiegano dal Consorzio del Cedro di Calabria di Santa Maria del Cedro -, il Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di scienze delle produzioni alimentari e l’Università della Calabria.
In particolare, presso le sedi di Bari e Foggia del Cnr-Ispa sono stati messi a punto protocolli innovativi di estrazione da bucce di cedro di composti ad elevato valore aggiunto responsabili dell’attività antibiofilm e antimicrobica contro patogeni alimentari da essere utilizzati per il miglioramento della shelf life di alimenti o per la formulazione di preparazioni farmaceutiche.
In aggiunta, le metodologie applicate hanno permesso di ottenere per la prima volta una cedrata con un contenuto in frutto pari al 20%, in linea con la normativa vigente. Sono inoltre state condotte prove preliminari per il miglioramento delle condizioni di conservazione del frutto intero al fine di estenderne la shelf life e favorirne l’utilizzo in differenti settori”.
Il laboratorio Quasiora dell’Università della Calabria ha sviluppato una metodologia di analisi chimica innovativa, basata sulla spettrometria di massa ad alta risoluzione per determinare i folati nei tessuti del frutto del cedro.
Questi ultimi, noti anche come vitamina B9, sono molecole fondamentali dal punto di vista nutrizionale a tal punto che la Comunità Europea, attraverso, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, li ha inseriti nel Regolamento Europeo 432/2012 associandoli ad una serie di informazioni salutistiche (health claims) che possono essere riportate sull’etichetta dell’alimento. In questo regolamento, ben otto diversi health claims riguardano i folati. L’Unical è impegnata inoltre nell’implementazione di una metodologia di indagine chimica basata sulla spettrometria di massa che ha come fine quello di certificare in maniera univoca l’origine geografica del Cedro di Santa Maria del Cedro. Attraverso questi studi, il cedro assume una caratteristica propria di distinguibilità.
I risultati ottenuti dai partner scientifici sono stati quindi divulgati dal Consorzio presso manifestazioni, eventi pubblici, fiere su tutto il territorio regionale e nazionale allo scopo di promuoverne la filiera cedricola e incrementare la redditività di questo prodotto di eccellenza.
“Pertanto – concludono dal consorzio -, il progetto Cedrotrack e la sinergia delle imprese locali con enti di ricerca regionali e nazionali rappresenta uno strumento efficace per la valorizzazione e la tutela del cedro. Gli ambiziosi risultati ottenuti nell’ambito delle attività di cooperazione favoriranno l’affermazione del prodotto fresco sul mercato ortofrutticolo nonché la diversificazione dei prodotti a base di cedro con un offrendo un’importante opportunità di crescita economica e sociale per l’intero comparto cedricolo calabrese”.
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