Ponte sullo Stretto, Tridico attacca il Governo: “Stop dagli Usa, poca serietà”

Pasquale Tridico (M5S) accusa il governo di poca serietà sul Ponte dello Stretto, dopo che gli Usa hanno bocciato l’ipotesi di considerare l’opera come spesa Nato.

“La destra prende in giro gli italiani. La sostenibilità finanziaria del Ponte sullo Stretto è carta straccia”. Così in una nota Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo e candidato presidente della Regione Calabria per il fronte progressista, apre un duro attacco al governo sul tema del finanziamento dell’opera.

Il riferimento è a quanto riportato dall’agenzia di stampa Bloomberg, che ha citato l’ambasciatore statunitense alla Nato, Matthew Whitaker. Questi avrebbe messo in guardia l’Italia e altri alleati riguardo la possibilità di conteggiare il costo di infrastrutture come il ponte come spesa militare, per raggiungere il 5% del Pil richiesto dall’alleanza atlantica. “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa”, avrebbe dichiarato Whitaker.

A stretto giro di posta, è arrivata la replica del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, retto attualmente dal padre putativo dell’opera, il legista Matteo Salvini. In una nota, il dicastero ha precisato che il Ponte è “già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa”. Il ministero ha aggiunto che “l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e, soprattutto, non è una necessità irrinunciabile” e che l’opera “non è in discussione”.

Tridico ha rincarato la dose, affermando che il fatto che “gli Stati Uniti e la Nato non si sono fatti fregare da Salvini e soci” dimostra la “poca serietà di questo governo”.

Da candidato alla carica di governatore, ha poi spostato l’attenzione sulle reali priorità della Calabria, che a suo dire ha bisogno di interventi su “infrastrutture idriche vetuste, ferrovie lumaca, strade colabrodo e ospedali da terzo mondo”, ribadendo che l’opera non è una priorità.

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