Tre cittadini rumeni arrestati dai carabinieri per rapina in villa, sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di una coppia di anziani (72 e 84 anni) a Scalea. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni e analisi del Ris.

Tre cittadini di nazionalità rumena sono stati arrestati ieri, lunedì 3 novembre 2025, dai carabinieri della compagnia di Scalea poiché gravemente indiziati, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di rapina, violenza sessuale, lesioni personali gravi e sequestro di persona, commessi nella notte del 21 maggio scorso in località Piano Grande di Scalea, nella villa di una coppia di anziani, lei 72enne e lui 84enne.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del tribunale di Paola su richiesta della locale procura della Repubblica, a conclusione di indagini serrate e ininterrotte.
Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dagli investigatori, i tre soggetti si sarebbero introdotti nell’abitazione delle vittime forzando un infisso posto sul retro. Una volta all’interno, armati di un coltello e di una pistola, avrebbero minacciato e malmenato brutalmente i coniugi, costringendoli a consegnare denaro e monili in oro.
Durante l’azione criminale, l’anziano uomo sarebbe stato immobilizzato, mentre la donna avrebbe subito violenza sessuale. Entrambe le vittime hanno riportato lesioni personali.
Tuttavia – è stato spiegato – i malviventi non sono riusciti ad asportare una consistente somma di denaro, circa 45.000 euro in contanti, che è stata recuperata dagli inquirenti e che era custodita nella stanza da letto della coppia.
Per l’attività investigativa, diretta dalla procura di Paola, sono state determinanti le testimonianze dirette delle vittime, l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e, in particolare, le intercettazioni telefoniche e ambientali. L’indagine ha richiesto anche l’analisi avanzata di tabulati telefonici e il superamento delle difficoltà legate all’uso di un linguaggio criptico e del dialetto Romanés nelle conversazioni tra gli indagati.
Ulteriori elementi probatori sono emersi dagli accertamenti tecnici del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Messina, che hanno evidenziato la compatibilità tra i profili genetici degli indagati e le tracce biologiche rinvenute sul luogo del delitto e sugli indumenti delle vittime.
Le operazioni di cattura sono state particolarmente complesse, poiché i malviventi si erano resi irreperibili. Decisivo è risultato l’impiego di avanzati sistemi di monitoraggio, tra cui un drone, grazie al quale è stato possibile individuare i fuggitivi. Durante l’arresto, uno dei ricercati ha tentato la fuga attraverso i tetti, ma è stato raggiunto e bloccato dai militari.
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I tre indagati sono stati tradotti presso un istituto di pena e si trovano nella fase delle indagini preliminari.
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