Durante il consesso attacchi frontali al sindaco Silvestri
Convalidati alcuni atti dichiarati precedentemente invalidi
DI MARTINO CIANO
(da Il Domani di Calabria)
TORTORA – Il consiglio comunale che si è tenuto ieri mattina ha avuto dei risvolti prevedibili che non hanno disatteso le aspettative del pubblico presente e della minoranza. Dei dodici punti portati all’ordine del giorno i primi quattro hanno acceso la discussione tra le parti, i restanti punti sono rimasti ad appannaggio della sola maggioranza che ha visto anche il rientro di Aldo Iorio, colpito qualche mese fa da un grave problema di salute.
La minoranza infatti dopo la discussione del primo punto, che riguardava la convalida della delibera di consiglio comunale n. 4 del 3 marzo scorso, inerente alla nomina del revisore dei conti, si è autosospesa dall’emiciclo consiliare dichiarando la propria astensione dal voto.
Ciò che i consiglieri di minoranza denunciano è così riassumibile «questi e molti altri punti portati in discussione non esistono in quanto gli atti che li hanno prodotti sono stati redatti nel periodo in cui la maggioranza non possedeva il numero legale per farli, di conseguenza riproporli e sottoporli a votazione è una perpetrazione di abuso di potere con l’aggravante del dolo, cioè si compie una violazione della legge in maniera intenzionale.
Ne deriva che la nomina del revisore dei conti dev’essere rifatta in quanto la vecchia delibera del 3 marzo che assurgeva a tal ruolo Giuseppe Maffeo è nulla. Il ministero degli interni stesso ha sentenziato che tutti gli atti promossi dall’amministrazione nel periodo indicato erano da considerarsi invalidi, deliberandoli oggi si da voce al nulla, ad un qualcosa che non esiste». Ma l’amministrazione ha comunque deliberato.
La minoranza richiederà l’intervento della magistratura «perché – secondo quanto sostenuto dal consigliere Chiappetta – oggi si sono riscritte le regole del diritto e soprattutto si è venuto a creare un precedente che instaura un vero e proprio regime autoritario».
La risposta del sindaco è stata secca «è da tempo che una fetta della minoranza pretende le mie dimissioni senza tener conto che la gestione del comune da parte di un commissario apporterebbe solo dei danni irreparabili all’intera cittadinanza. Mi accusate d’essere un dittatore, ma mi sembra che ognuno sia libero di dire ciò che pensa senza ripercussioni».
Sulla questione è stato interpellato anche il segretario comunale, Carlo Morabito, che non ha dato una risposta esaustiva all’interrogazione posta da Lapetina e Chiappetta che esplicitamente hanno chiesto quale fosse il suo punto di vista in quanto persona competente in materia.
Resta il fatto che la minoranza si rivolgerà «agli organi competenti che faranno luce sulla faccenda. Fin da ora la maggioranza cominci ad assumersi le responsabilità degli atti gravi che oggi ha compiuto».
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