Ore 18 e 30 al museo presentazione del testo di Michele Borrelli
Iniziativa della Onlus Gianfrancesco Serio con Comune e Athena
DI ANDREA POLIZZO
TORTORA – L’Italia è una democrazia giovane, fragile sempre più a rischio perché incapace di difendere i propri principi e le proprie regole.
È questa la tesi portante di “Difendiamo la democrazia”, libro di Michele Borrelli, ordinario di Pedagogia generale dell’Unical, che verrà presentato oggi alle 18 e 30 a Palazzo Casapesenna di Tortora.
La presentazione è compresa nell’ambito del terzo incontro di promozione culturale della legalità dal titolo “È possibile sconfiggere la ‘ndrangheta?” organizzato dall’associazione culturale di volontariato Gianfrancesco Serio di Praia a Mare in collaborazione con la cooperativa culturale Mondocultura Athena e l’assessorato alla Cultura del Comune di Tortora.
In apertura sono previsti i saluti istituzionali affidati al sindaco Pasquale Lamboglia e all’assessore Maria Lamboglia. Seguiranno gli interventi dei pedagoghi Giuseppe Serio e Luciano Corradini. Dopo la discussione con il pubblico, la conclusione è affidata allo stesso autore del testo.
La democrazia è davvero in serio pericolo, a tal proposito posto la storia della “RANA COTTA” che credo sia un pò quello che stiamo vivendo. Buona lettura.
“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nella quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana trova questo piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura continua a salire. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, ma tuttavia non si spaventa. L’acqua stavolta è veramente calda. La rana comincia a trovare sgradevole ciò ma essa si è indebolita, allora sopporta e non fa nulla. La temperatura continua a salire fino al momento in cui la rana finisce semplicemente per cuocere e morire. Se la stessa rana fosse stata direttamente immersa nell’acqua a 50°C, immediatamente avrebbe dato il giusto colpo di zampa che l’avrebbepresto proiettata fuori dal pentolone. Questa esperienza mostra che, quando un cambiamento si effettua in maniera sufficentemente lenta, sfugge alla coscienza e non suscita, per la maggior parte del tempo, nessuna reazione, nessunaopposizione, nessuna rivolta. Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, noi subiamo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose che ci avrebbero fatto orrore 20 anni , 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate, e ci disturbano leggermente oggi, o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone.”