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Marlane, passaggio al Comune: “moto d’orgoglio e verità”

lidia_pDI ITALIA NOSTRA*

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PRAIA A MARE – Nella conferenza stampa sul processo Marlane indetta a Cosenza poco più di un anno e mezzo fa e precisamente il 5 febbraio 2014 il sindaco del comune di Praia a Mare, il suo partito, il suo avvocato fissavano i paletti per un ruolo incisivo del comune di Praia a Mare:

sapere cosa sia successo, se ci siano delle responsabilità, chi siano i responsabili, colpirli e restituire alla città di Praia a Mare e Tortora il proprio territorio nella consapevolezza che è un territorio sano dove far crescere i propri figli; focalizzare l’attenzione più che sulle morti bianche, argomento chiuso con le transazioni, sul disastro ambientale che “si trasformerà certamente in un omicidio collettivo subdolo, silente… che ucciderà noi i nostri figli i nostri nipoti secondo le logiche della progressiva incidenza sulla salute collettiva” in maniera più significativa delle morti bianche anche sotto l’aspetto numerico.

Uscire dal provincialismo, creare una forte attenzione mediatica sul processo uscendo dal “cortile paolano” , portando il problema a livello istituzionale e coinvolgendo la politica.

Questi sostanzialmente i punti, condivisibili e sostenibili, su cui il comune di Praia a Mare attestava la sua posizione nel processo Marlane dalla quale non retrocedere.

I fatti avvenuti dopo la conferenza stampa su descritta sono a tutti noti: il 19 dicembre 2014 il tribunale di Paola, nello stupore generale, emette sentenza ed assolve tutti gli imputati. Nell’aprile 2015 la Procura della Repubblica presso il tribunale di Paola deposita appello contro la sentenza assolutoria in primo grado nel processo Marlane.

Alla fine di aprile 2015 il legale del comune di Praia a Mare deposita atto di appello contro la sentenza di primo grado del processo Marlane, stessa cosa fa il comune di Tortora e la Cgil.

Le novità sono di questi ultimi giorni: apprendiamo infatti dalla delibera della giunta comunale n. 141 del 16.09.2015 che il comune di Praia a Mare ha approvato un accordo transattivo con la proprietà Marzotto sulla base di una trattativa svoltasi nelle settimane o nei mesi passati, colloqui sostanziatisi nelle linee guida irrevocabili di un accordo che la Marzotto comunica al Comune di Praia a Mare che le approva.

In breve, la Marzotto cede al comune di Praia a Mare manufatti vecchi ed in disuso, terreni di cattiva qualità (quello tra la strada e la ferrovia, quello tra i depuratori, il confine di Tortora ed il capannone Marlane), gravati da servitù, da vincoli di destinazione d’uso, un immobile che la Marzotto potrà utilizzare gratuitamente ed in perpetuo a spese del comune di Praia a Mare (depuratore Marlane), immobili e manufatti che il comune non potrà alienare a terzi e quindi di valore patrimoniale sminuito.

In cambio di ciò il comune di Praia a Mare assicura alla Marzotto ed ai suoi aventi causa la possibilità di utilizzare il grande corpo della proprietà restante sulla base di quanto previsto attualmente dagli strumenti urbanistici vigenti (zona mista industriale, residenziale, turistica ricettiva e di servizi) che non saranno oggetto di modifiche limitative per la proprietà.

Infine il comune deve rinunciare all’appello avverso la sentenza del Tribunale di Paola e revocare la costituzione di parte civile.

Come giudicare tutto ciò?

  1. Il comune di Praia a Mare , uscendo fuori dal processo di appello rinuncia a qualcosa che non ha prezzo, rinuncia ad avere un ruolo nella ricerca della verità sulla vicenda Marlane, rinuncia ad avere un ruolo attivo per sapere cosa sia successo, se ci siano delle responsabilità, chi siano i responsabili.
  2. Rinuncia a svolgere quel ruolo che dovrebbe avvertire come un impegno morale per verificare se alla Marlane si sia verificato effettivamente un disastro ambientale che “ucciderà noi i nostri figli i nostri nipoti secondo le logiche della progressiva incidenza sulla salute collettiva”: ricordiamo tutti le parole allarmate dell’avvocato del comune di Praia a Mare: cromo esavalente a iosa, metalli pesanti oltre i limiti di tolleranza, amianto, citazione del film di Erin Brockovich con Jiulia Roberts sul cromo esavalente indicato come agente altamente cancerogeno.
  3. Rinuncia a dare risalto mediatico nazionale ad una vicenda rimasta nel “cortile paolano”.
  4. Inoltre se il comune di Praia a Mare é convinto, come in questi mesi ha pubblicamente sostenuto, che il piano di caratterizzazione risulta inadeguato per garantire evidentemente “un territorio sano dove far crescere i propri figli”, posizione condivisibile, doveva restare nel processo e dimostrarne la inadeguatezza e non accontentarsi di quanto accertato in un giudizio penale conclusosi con una sentenza che il comune di Praia a Mare ha appellato.

A tutto questo ha rinunciato il comune di Praia a Mare: i tanti morti di questi anni forse reclamavano di più di un pezzo di terra.

Il Comune di Praia a Mare ritiene di aver fatto tutto ciò nell’interesse dei cittadini? Ma se ha davvero la convinzione di averlo fatto nel loro interesse, allora li consulti: questo propone Italia Nostra. È ancora in tempo per farlo e per ripensare la propria posizione: applichi l’art. 35 dello Statuto Comunale, sarebbe una bella prova di democrazia per la città di Praia a Mare su una questione che ha una forte valenza non solo materiale e sociale ma anche morale.

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