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Da Paola a Praia a Mare, quando la sanità è in lista d’attesa

Sul Tirreno cosentino la sanità è in lista d’attesa. Non solo per i tempi monstre necessari ad ottenere alcune visite specialistiche. Ma anche per sbrogliare le enormi matasse incastratesi nelle aule giudiziarie. Anche i Nuclei di cure primarie rimangono ancora fermi al palo. I giovani camici bianchi calabresi sono semplici precari.


Tirreno cosentino: La sanità è in lista d’attesa

PAOLA – La sanità è in lista d’attesa.

Come un paziente, anche il sistema sanitario del Tirreno cosentino è costretto ad attendere. Innanzitutto che si ottemperino decisioni giudiziali come quella del Consiglio di Stato sull’ex ospedale di Praia a Mare. Poi che si definiscano vertenze avviate come quella presso il Tar Calabria per l’ospedale di Paola.

Dall’Alto al Basso Tirreno cosentino i sindaci hanno fatto ricorso ai giudici per vedere riconosciuti i sacrosanti diritti alla salute delle loro popolazioni. Ma non è bastato. Le vertenze si trascinano insolute da tempo.

Da anni, nel caso di Praia a Mare che vuole tornare ad essere quell’importante ospedale di frontiera per una grossa fetta di popolazione. In stand by anche Paola per vedere riconosciute le aspettative di potenziamento contenute nel decreto Scura.

Tutto questo mentre la situazione rischia di naufragare favorendo la sanità privata a discapito di quella pubblica. In molti ospedali i tempi di attesa per le visite specialistiche sono lunghi e lo sono anche al distretto socio sanitario di Paola. Una iattura che si ripresenta in tutta la sua gravità. Mentre in qualche caso il problema è riconducibile al personale ridotto, in altri non è dato sapere perché non si riesca a sfoltire gli accumuli.

Proviamo allora a fare ordine nelle vicende che riguardano la tormentata vicenda “sanità Tirreno cosentino”.

Ospedale San Francesco di Paola

Al San Francesco il problema riguarda soprattutto Cardiologia e Diabetologia. Reparti e unità operative tra i più attivi, ma anche quelli dove bisogna attendere mesi per una visita o un ecodoppler. Per un elettrocardiogramma si attendono addirittura 150 giorni. Una situazione da non sottovalutare perché scoraggia i controlli necessari ai pazienti o indirizza questi verso il privato.

Quando si parla di potenziamento dello spoke Paola – Cetraro occorrerebbe tenere in considerazione anche queste questioni. Non possono passare in secondo piano perché contribuiscono a creare il famigerato debito della sanità. Parliamo di quelle migrazioni che comportano lacrime e sangue per i cittadini e non da ultimo abbattono la fiducia e la speranza degli utenti nella sanità pubblica locale.

L’ospedale San Francesco di Paola

Casa della salute di Praia a Mare

La Casa della salute di Praia a Mare attende la determinazione di Urbani. Ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo.

Nuclei di cure primarie

Anche il problema relativo ai Nuclei di cure primarie rischia di divenire l’ennesima bufala del sistema sanitario calabrese.

L’illusione data dalla politica di una sanità migliore e che possa rispondere tempestivamente alle richieste degli utenti, rimane tale. I nuclei erano stati concepiti per permettere ai pronto soccorso di abbattere le richieste di intervento meno urgenti. Le stesse alle quali si potrebbe far fronte attraverso i camici bianchi della medicina generale.

Nuclei concepiti anche per le visite specialistiche. E gli specialisti sono stati messi a disposizione ma, dopo il primo anno, nessuno li ha più pagati. Così come rimangono ancora al palo i dipendenti che da tempo svolgono ormai gratuitamente le loro prestazioni presso il centro di via Nazionale a Paola.

E naturalmente anche i medici sono in attesa di liquidazione. Si tenga conto che giornalmente vengono effettuate medicazioni, flebo e terapie iniettive, e quindi visite per tutti i cittadini, compresi quelli stranieri. La contraddizione di fondo è che nel nuovo accordo regionale tali strutture saranno presenti in tutta la regione e Paola, che già ha un nucleo attivo ed opera da anni, rischia di chiudere.

Ma nel complesso è tutta la sanità territoriale che fa fatica. Che non riesce a stare al passo con i tempi e che è ormai invecchiata a causa di un cambio generazionale che non avviene da tempo. Molti giovani camici bianchi sono precari. Lo sono da anni. E i concorsi per loro rimangono una chimera.

Tirreno cosentino: la sanità è in lista d’attesa.
Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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