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Appalto Aviosuperficie di Scalea: una “landa desolata”

Dalle intercettazioni ecco perché l’Aviosuperficie di Scalea dà il nome all’operazione Lande Desolate della Dda calabrese sugli appalti pubblici truccati.

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SCALEA – “Il problema è che io sono andato a Scalea ed è una landa desolata! Con l’erba a campi, cioè…”.

A dirlo, a proposito dell’Aviosuperficie di Scalea, è Marco Trozzo. Il direttore del cantiere dell’infrastruttura non immagina di essere intercettato mentre parla al telefono.

Dall’altra parte ascolta Arturo Veltri, consigliere di amministrazione della Lorica Ski e titolare di incarico quale esperto Pisl presso il dipartimento regionale Programmazione nazionale e comunitaria.

Il direttore del cantiere è in imbarazzo nel far presente che, appunto, l’infrastruttura non restituisce l’immagine di un cantiere in regola. Un cantiere che invece doveva brulicare di operai per realizzare opere pagate dai cittadini.

Trozzo non immaginava che da quelle sue parole del 2016 sarebbe derivato il nome “Lande Desolate” per l’operazione della Dda calabrese che questa mattina ha scosso l’intera regione. E non solo per il coinvolgimento del presidente della Regione Calabria Oliverio.

Quest’ultimo avrebbe dovuto poi partecipare a una cerimonia di inaugurazione dell’Aviosuperficie di Scalea voluta da Giorgio Ottavio Barbieri. Ovvero, il legale rappresentante e socio unico della Barbieri Costruzioni Srl e della “Ads Srl”. Quest’ultima è la società di progetto concessionaria ed esecutrice dei lavori dell’aviosuperficie.

OPERAZIONE LANDE DESOLATE: I NOMI DEGLI INDAGATI

L’affare Aviosuperficie di Scalea

L’appalto in questione è stato aggiudicato nel 2015 dalla Barbieri Costruzioni Srl. Tra l’altro, la loro, era l’unica offerta presentata. In ballo ci sono molti milioni di euro del Pisl “Riviera dei Cedri, sostenibile, accessibile, competitiva”.

Le opere, per circa 5 milioni di euro, prevedono “riqualificazione delle aree prospicienti l’Aviosuperficie di Scalea ai fini della realizzazione di servizi turistici e della riduzione dell’impatto ambientale”.

L’accordo, in sintesi, prevedeva che il privato eseguisse alcuni lavori con soldi suoi (3 milioni di euro) e altri con fondi pubblici (2 milioni). In cambio, una gestione dell’infrastruttura per 25 anni.

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Il “gruppo” a caccia di soldi pubblici

La guardia di finanza però indaga e le cose non vanno affatto così. Ne esce fuori una “fitta rete di collusioni” tra soggetti pubblici e privati.

  • Giorgio Ottavio Barbieri, rappresentante dell’impresa aggiudicataria.
  • Francesco Tucci, direttore dei lavori.
  • Pasquale Latella, Rup del Comune di Scalea.
  • Luigi Zinno, dirigente del settore 1 “Programmazione” del dipartimento di Programmazione nazionale e comunitaria della Regione Calabria.

Del tutto – scrivono gli inquirenti – beneficia anche il clan Muto di Cetraro.

I soggetti del “gruppo”, insieme, avrebbero provocato un grave danno all’intero territorio servito dall’Aviosuperficie di Scalea. Ad esempio “creando” l’affidamento (indebito) di opere complementari interamente in quota pubblica. Opere per poco più di 1 milione di euro.

E per farlo avrebbero fatto “carte false” sui Sal: gli Stati di avanzamento dei lavori.

A peggiorare il quadro, appunto “desolante”, la realizzazione di opere di pessima qualità. È il caso di ricordare come lo sviluppo turistico dell’Alto Tirreno cosentino, della Riviera dei Cedri passasse proprio attraverso il “decollo” di questa struttura.

“Il quadro – scrive il Gip – che risulta da questo, come dagli altri appalti gestiti dal Barbieri, è quello di un soggetto senza scrupoli, alla guida di un’impresa priva di adeguate capacità tecniche e finanziarie per la simultanea e positiva realizzazione di lavori di particolare complessità (la costruzione e la gestione dell’aviosuperficie di Scalea, del comprensorio sciistico di Lorica e del parcheggio cittadino di piazza Bilotti a Cosenza), aduso a colludere con altre imprese (cfr. emergenze della citata operazione Cumbertazione-5 Lustri), con i locali potentati mafiosi e con i pubblici funzionari al fine sia dell’aggiudicazione delle gare pubbliche che della loro esecuzione nell’ottica della maggiore locupletazione possibile di denaro pubblico. Tanto si traduce, come accaduto proprio per l’Aviosuperficie di Scalea, nella cattiva e ritardata esecuzione dei lavori ovvero nel loro abbandono”.

scalea aviospuerficie

L’Aviosuperficie di Scalea è una landa desolata

Ad esempio, ecco alcune intercettazioni del 2016, tra cui quella già citata tra Trozzo e Veltri circa l’inaugurazione dell’Aviosuperficie di Scalea. Cerimonia che prevede la presenza del governatore calabrese, Mario Gerardo Oliverio, anch’egli indagato.

Nella telefonata del 16 giugno l’imprenditore Barbieri sollecita affinché si abbia “una parvenza di cosa finita”, e ammette la mancata ultimazione di lavori, sia principali che complementari.

(Barbieri – Trozzo)

B: Si, ehh…praticamente il 5 dovremmo organizzare la cosa con il Presidente…
T: Si, me l’aveva detto ieri Ortolani, me l’aveva anticipato…
B: Ok, il 5…ora, ovviamente priorità asfalto, bitume, aria condizionata e sistemazioni varie…perché per dare, come dire, una parvenza di cosa finita ovviamente, se non c’è l’hangar lo sappiamo non fa niente…ok?!;

Poi quella del 28 giugno tra Tucci e Veltri.

T: …però, sì, però il problema Artù è un altro…il problema è che io sono andato a Scalea ed è una landa desolata!! Con l’erba a campi, cioè…
V: Ahh, quindi non è positiva la situazione in cantiere??
T: Ma è una cosa che…ci viene il Presidente e dice ma questo è pazzo!!, che cazzo mi fa venire qua, a fare che??…è una cacata mai vista!!
V: E perché allora fa…perché ha premuto a fare st’inaugurazione…??!
T: È pazzo!!
V: Ma almeno la struttura c’è là, al chiuso, l’hangar, è tutto finito o no?!
T: Noo, l’hangar è…l’hangar e il coso non ci sono proprio, le luci, la strumentazione non c’è…vabbè, quello uno non se ne accorge…ma se il resto è erba incolta, cacate mai viste, l’aerostazione è bombardata…di che stiamo parlando??!
V: Ma l’aerostazione dentro è finita o non è finita nemmeno…?
T: Dentro, dentro abbastanza…ma dentro, l’aerostazione finita dentro chissà che cos’è, ohi…meno di niente!! Era già finita prima che cominciassero i lavori!


About Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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