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Il Parco del Pollino in un un progetto per la trota mediterranea

Life streams, iniziativa europea per la sopravvivenza della specie. Interessati anche i fiumi Lao, Argentino, Esaro e Abatemarco.


ROTONDA – Anche il Parco nazionale del Pollino è incluso in Life streams, progetto europeo per la conservazione della trota mediterranea.

Ne saranno coinvolti i fiumi Lao e affluenti, Grassa, Argentino, Campolungo, Rosa, Esaro, Grondo, Abatemarco, Peschiera e Frido.

L’obiettivo principale è il recupero e la conservazione di questa specie protetta e a rischio di estinzione in Italia a causa di pesca illegale, inquinamento, cambiamenti climatici, alterazioni dell’habitat e introduzione di specie aliene.

Questa specie di pesce d’acqua dolce è già estinta in molti fiumi italiani e sostituita dall’alloctona trota atlantica o dai suoi ibridi.

Sono quindi previste azioni di conservazione della trota mediterranea, risolvendo il problema delle specie non autoctone legate alle attività di pesca, dell’inquinamento e il contrasto al bracconaggio, sempre con il coinvolgimento della comunità locale.

In particolare, le comunità locali di pesca sportiva che operano nelle aree del progetto e che verranno coinvolte con la sperimentazione di una particolare pesca selettiva.

“In questo modo – spiega una nota –, la pesca sportiva potrà essere consentita all’interno di alcuni corsi d’acqua nelle aree protette italiane e diventare un utile strumento di conservazione.

Inoltre, la presenza di una specie endemica non diffusa altrove può fungere da richiamo per pescatori e naturalisti ricreativi, garantendo i benefici socio-economici prodotti dal turismo in aree altrimenti potenzialmente svantaggiate”.

Del progetto fanno parte altre aree pilota, oltre al parco del Pollino: Sardegna, Parco nazionale della Majella (capofila), Parco regionale di Montemarcello-Magra-Vara, Parco nazionale delle foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco nazionale dei Monti Sibillini.

Tra i partner figurano l’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Legambiente, Noesis snc, e il dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università degli studi di Perugia.

Redazione

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