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Processo Migrantes Assegni Sociali in Trasferta, nove assoluzioni

Dichiarati innocenti nel procedimento per la mega truffa all’Inps. Gli inquirenti sono ancora a caccia di 161 “nonnini”.

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SCALEA – Migrantes: nove assoluzioni nel primo troncone del processo.

Per il secondo si attendono invece i risultati prodotti dai Consolati del Sud America che sono alla ricerca degli imputati irreperibili.

Ben 161 nonnini che sono incriminati per una truffa all’Inps sono irrintracciabili, mentre altri sono deceduti.

Pochi sono stati scovati e hanno così affrontato il processo che si è celebrato ieri a Paola.

Vincenzo Carrozzino, Elisabetta Campagna, Maria Campagna, Maria Giuseppa Fasanaro, Giuseppe Lamboglia, Rachele Marino, Franceschina Mazzei, Biasina Papa, Francesco Lo Frano sono stati assolti dal tribunale presieduto da Alfredo Cosenza perché il fatto non sussiste.

Un ultimo capo di imputazione è andato in prescrizione.

Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Barbara Esposito, Alberto Grimaldi, Roberto Novello e Roberta Sette.

L’inchiesta, una delle più grosse in termini di numeri, è stata effettuata dalla guardia di finanza di Scalea.

Secondo l’accusa istruita dall’ex procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, sarebbero stati intascati illecitamente oltre 5 milioni di euro e molti altri ne sarebbero stati sborsati se l’inchiesta non avesse bloccato immediatamente l’erogazione delle indennità.

“Migrantes – Assegni sociali in trasferta” ha portato al sequestro, nel settembre 2012, di 59 conti correnti e 229 unità immobiliari per circa un milione di euro. Solo però una piccola parte rispetto all’ammontare della truffa.

Il sistema era ingegnoso. Gli emigrati in Usa, Argentina, in Brasile e altre nazioni dell’America Latina, tornavano in Italia giusto il tempo per ottenere la cittadinanza.

Dichiarando redditi da fame, chiedevano all’Inps l’assegno sociale.

Incassato l’ok dall’istituto previdenziale aprivano un conto corrente postale o bancario su cui fare accreditare l’indennità e facevano rientro all’estero.

Alcuni tornavano solo di tanto in tanto nei loro paesi di origine per incassare il gruzzoletto accumulato, altri non facevano nemmeno questo, delegando qualche amico o parente al prelevamento e al bonifico sul loro conto estero.


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