Capodanno dietro le sbarre per il principale indagato nell’operazione della procura di Paola affiancata dalla Dda di Catanzaro.
Mario Russo resta in carcere.
Questa la decisione del tribunale per la Libertà di Catanzaro per l’ex sindaco di Scalea, accusato di reati contro lo Stato nell’operazione Re Nudo della Procura della Repubblica di Paola, dell’Antimafia e dei carabinieri di Scalea.
Nell’udienza del 29 dicembre, è stata confermata dunque la misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Gip di Paola a inizio dicembre.
I legali di Russo, Sabrina Mannarino e e Giuseppe Bruno avevano chiesto la riforma della misura negli arresti domiciliari.
Richiesta alla quale si è opposto il PM della Dda di Catanzaro, Romano Gallo, dando parere negativo.
Il presidente del tribunale della Libertà, Michele Cappai, si è riservato di depositare le motivazioni della sua scelta entro 45 giorni.
Contestualmente ha deciso per l’attenuazione delle misure cautelari per altri indagati, tra cui Antonia Coccimiglio ed Eugenio Vitale, come avevamo già riferito.
Quanto alla decisione di mantenere dietro le sbarre Mario Russo, i difensori del medico Asp hanno annunciato ricorso in Cassazione per ottenere la scarcerazione del proprio assistito.
La tesi degli avvocati, avanzata sin da subito per motivare una misura meno afflittiva, è che i reati contestati a Russo risalgono a oltre 4 anni fa e, nel frattempo, l’uomo si è anche trasferito al servizio dell’As di Potenza, dalla quale è stato poi sospeso.
Mario Russo – riferiscono i legali -, dopo aver letto gli atti di indagine, potrebbe chiedere di essere interrogato dal Pubblico Ministero per spiegare i fatti a lui addebitati.