A Potenza chiesto di rivedere le proprie decisioni in favore della Cogife. A Catanzaro che non venga concessa l’autorizzazione a operare.
Nell’impianto di smaltimento rifiuti di San Sago a Tortora già in passato non sono state osservate le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione Calabria.
Toni Iorio, sindaco di Tortora, lo ha ricordato con una missiva alla Regione Basilicata per chiedere di rivedere il proprio recente parere favorevole alla ripresa delle attività nel sito di trattamento rifiuti a due passi dal fiume Noce.
E lo ha fatto prospettando al dipartimento Ambiente lucano la sentenza di primo grado sul processo al management della Ecologica 2008 Srl in ordine a reati ambientali.
In quella occasione, come abbiamo riportato in questo articolo, tre dirigenti di quella società sono stati assolti perché il fatto non sussiste da tre imputazioni, mentre un quarto capo di accusa è andato in prescrizione.
Ovvero, proprio quello relativo all’oggetto della lettera del primo cittadino tortorese: mancata osservanza delle prescrizioni dell’Aia.
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Per aver ricevuto quantità di liquidi da depurare (percolato) in eccesso rispetto ai limiti stabiliti, non aver assunto precauzioni su possibili perdite (fango fuoriuscito da alcuni cassoni) e per aver omesso le comunicazioni mensili relative alle quantità di rifiuti ricevuti e trattati “sono stati invece ritenuti colpevoli dei reati loro ascritti – dice Toni Iorio -, ma dichiarati estinti per intervenuta prescrizione.
Peraltro – aggiunge il sindaco di Tortora – in quel processo penale la Cogife, attuale proprietaria dell’impianto, è stata chiamata quale responsabile civile.
Il comune che rappresento è costituito parte civile nel procedimento penale e proporrà appello a quella sentenza. Quindi, il processo risulterà ancora pendente.
Agli uffici dipartimentali della Regione Basilicata è stato inoltre ricordato che c’è un ricorso al Tar regionale per la loro delibera di parere favorevole alla ripresa delle attività (leggi qui).
A loro abbiamo quindi chiesto di valutare l’opportunità di riesaminare la pratica di rilascio della Vinca alla Cogife alla luce della sentenza che ha statuito, comunque, la violazione delle prescrizioni Aia.
Inoltre, seguirà una diffida alla Regione Calabria, sottoscritta da numerosi sindaci, a non rilasciare l’autorizzazione ambientale alla Cogife“.