Solveig Steinhardt ha scritto per BBC Travel, inserto online del portale di news della BBC, un articolo sul cedro che promuove la Riviera.
“Ogni estate, in preparazione della festa ebraica di Sukkot, i rabbini di tutto il mondo si recano nella parte settentrionale della Calabria per raccogliere a mano i migliori frutti di cedro per il loro lulav, il fascio di quattro piante usato per benedire le piccole, temporane capanne costruite ogni autunno per celebrare la festa. Per circa due settimane i frutteti intorno al paese di Santa Maria del Cedro si riempiono di rabbini di lingua inglese, russa, ebraica e yiddish e delle loro famiglie. Con l’aiuto di agricoltori locali, ispezionano gli alberi e analizzano i frutti, a volte con lenti di ingrandimento, alla ricerca della perfezione del cedro“.
Solveig Steinhardt attacca così “Cedro: Il frutto squisito che porta i rabbini” (tradizione nostra, ndr), un articolo sul tema pubblicato in questi giorni su BBC Travel, inserto online del portale di news BBC.com, presenza nella rete di BBC, colosso del servizio pubblico radiotelevisivo nel Regno Unito, oltre che la più antica emittente nazionale del mondo.
Il presidente del Consorzio Cedro di Calabria, Angelo Adduci, dice in proposito: “Si parla del nostro cedro e della collaborazione in atto tra gli attori della filiera, le istituzioni locali, regionali e nazionali, nel rafforzamento di un dialogo interculturale con le comunità ebraiche. A nome del Consorzio del Cedro di Calabria ringrazio la giornalista Solveig Steinhardt per la narrazione e per la professionalità con la quale ha saputo rappresentare la nostra storia e le nostre tradizioni”.
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Già dal sommario all’articolo si coglie l’aspetto principale che si è voluto mettere in evidenza: la capacità del frutto in questione di attirare da decenni sul territorio un costante flusso di ebrei, a dispetto della scarsa notorietà del cedro rispetto ad altri agrumi come il limone o l’arancia.
Viene poi ricordato come questo dato sia associabile alle caratteristiche stesse del cedro che, per il suo sapore, non è consumato direttamente, mentre – come è noto – dà il meglio di sé nelle sue trasformazioni, in ambito culinario (canditi, bibite, estratto, liquore e altro) ma non solo (essenze per profumi).
La giornalista rimarca anche la particolarità del territorio in cui cresce, la Riviera dei Cedri, con il suo paesaggio che contempla nello stesso raggio visivo il mare e la montagna, con spiagge e alture a breve distanza le une dalle altre.
E non manca nell’articolo il riferimento alle differenze sostanziali che ci sono tra la produzione classica e quella kosher, con le molte attenzioni che i coltivatori dedicano alle piante per ottenere i frutti del livello di perfezione richiesto dai rabbini.
“Il frutto perfetto – scrive Solveig Steinhardt – dovrebbe pesare circa 80 grammi, avere una buccia perfettamente liscia, senza macchie o protuberanze o parassiti, e non deve essere né troppo tondo né troppo lungo. Gli etrog scelti vengono quindi inseriti in scatole e imballati per la spedizione in Israele, Europa, Russia e Stati Uniti“.
L’articolo si chiude con riferimenti agli sviluppi turistici che si cercano di costruire attorno al cedro e a come questa coltivazione produca tratti identitari in questa fetta di Calabria.
I contenuti dell’articolo possono sembrare scontati per buona parte dei cittadini del territorio, ma la loro pubblicazione e diffusione attraverso questo media autorevole è un’operazione importante per trasferire questa conoscenza ben oltre il fiume Abatemarco.
La speranza è questa: attirare in zona visitatori stranieri ai quali offrire anche infrastrutture e servizi dei quali il Comune di Santa Maria del Cedro si sta dotando da qualche anno a questa parte.