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Il vescovo Stefano Rega ha reso noto il via libera all’apertura del processo di beatificazione per monsignor Pietro Raimondi.
Papa Francesco ha avviato la causa di beatificazione per Pietro Raimondi, già vescovo di Crotone dal 1946 al 1971, nato a Verbicaro, in provincia di Cosenza il 15 febbraio 1896 e morto in fama di santità il 27 luglio 1987.
Il vescovo della diocesi di San Marco Argentano – Scalea, monsignor Stefano Rega, ne ha dato notizia oggi dopo aver appreso ufficialmente del via libera da parte del Dicastero delle Cause dei Santi all’apertura del processo di beatificazione. È stato lo stesso vescovo a dare impulso alla Causa nominando postulatore il canonico don Giovanni Celia.
“Ora – fanno sapere dalla diocesi –, dopo il parere favorevole della Conferenza episcopale calabra, espresso il 4 luglio scorso, l’inchiesta diocesana sulla vita, virtù, fama di santità e segni entra nel vivo, con l’ascolto dei testimoni e la raccolta dei documenti”.
La notizia, oltre che nella diocesi di provenienza, è stata accolta con gioia nell’arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, dove monsignor Pietro Raimondi ha esercitato il suo ministero episcopale.
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Monsignor Pietro Raimondi: la vita
Monsignor Pietro Raimondi aveva studiato presso il seminario di Amelia, in provincia di Terni, e al Pontificio Leoniano di Roma. Studi interrotti per partecipare alla Prima Guerra mondiale da ufficiale, per cinque anni, di cui due di prigionia, e ripresi nel 1919 col cessare delle armi al Pontificio Seminario Teologico San Pio X di Catanzaro.
Nel 1922 era stato ordinato sacerdote dal vescovo Bruno Occhiuto a Cassano allo Ionio, divenendo anche segretario particolare, oltre che canonico del Capitolo Cattedrale, assistente diocesano dell’Azione Cattolica e padre spirituale del seminario. Era inoltre stato rettore dei collegi vescovili di Castrovillari e di Praia a Mare.
Monsignor Pietro Raimondi era poi stato eletto vescovo di Crotone l’8 maggio 1946, consacrato dal vescovo Raffaele Barbieri a Cassano allo Ionio il 29 giugno 1946.
La diocesi di San Marco Argentano – Scalea ricorda anche di quando aveva aperto la sua casa per ospitare i profughi istriani in fuga e soggiornando una stanzetta nella cattedrale.
Dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età, presentate a Papa Paolo VI nel 1971, era tornato a vivere nella sua Verbicaro, con la sorella Carmela, dicendo messa quotidianamente nelle chiese del paese e, nell’ultimo periodo di vita, anche in casa sua fino a che non è stato colpito da ictus nel 1986 e costretto a letto fino al decesso l’anno successivo. Monsignor Raimondi riposa nel cimitero di Verbicaro, accanto ai genitori.
Il sindaco del piccolo centro montano del Tirreno cosentino, Francesco Silvestri, ha espresso “grande gioia e soddisfazione” per l’avvio della causa di beatificazione.
