Angelo Zito tra i 15 imputati assolti oggi dal Gup di Trento nel procedimento in rito abbreviato scaturito da Freeland. L’uomo era accusato di gravi reati a seguito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Trento.
Angelo Zito, 65enne imprenditore originario di Santa Maria del Cedro ma da anni domiciliato in Trentino Alto Adige, è stato assolto questa mattina dal Gup del tribunale di Trento, Consuelo Pasquali, nell’ambito del processo con rito abbreviato per alcuni degli indagati nell’inchiesta Operazione Freeland della Direzione distrettuale antimafia di Trento contro la ‘ndrangheta in Alto Adige.
L’udienza odierna si è conclusa con la condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione oltre al pagamento di 20 mila euro di multa per due dei 17 imputati: Mario Sergi, 64 anni originario di Delianuova, ritenuto il boss di una locale di ‘ndrangheta in Alto Adige, e Rosario Giocondo, 32enne di Locri, ma per reati legati agli stupefacenti e alla detenzione illecita di armi.
Assoluzione per altri 15 imputati tra cui, “perché il fatto non sussiste”, l’imprenditore di Santa Maria del Cedro domiciliato a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, difeso dall’avvocato Andrea Napolitano, del foro di Paola, coadiuvato da Andrea Stefenelli, del foro di Trento.
In sostanza, il giudice ha sentenziato in senso contrario all’esistenza di una locale di ‘ndrangheta a Bolzano.
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Angelo Zito era stato arrestato il 9 giugno 2020 insieme ad altre 17 persone nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Trento con le accuse di partecipazione ad associazione mafiosa, tentato sequestro di persona a scopo di estorsione e tentata estorsione, aggravati dalla finalità di agevolare la consorteria mafiosa capeggiata da Mario Sergi. Zito, secondo l’accusa, sarebbe stato compartecipe della consorteria ‘ndranghetista con compiti di esecutore nelle attività estorsive del clan.
Sin da subito, già all’esito del giudizio di riesame, in accoglimento dell’impugnazione proposta dai difensori di Zito, le imputazioni di partecipazione all’associazione di stampo ‘ndranghetistico e quella di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione erano immediatamente cadute. Successivamente, il tribunale della lIbertà aveva fatto venir meno anche le accuse di tentata estorsione, scarcerando definitivamente Angelo Zito.
“Sin dal momento dell’arresto, avvenuto in pieno periodo pandemico – commenta l’avvocato Andrea Napolitano –, ci siamo battuti per dimostrare l’assoluta estraneità di Zito sia alla ipotizzata associazione mafiosa, per la quale non vi era alcun indizio, che a tutti i gravi reati contestatigli, inclusa l’assurda ipotesi di un suo coinvolgimento nel sequestro Celadon.
Si conclude, finalmente – aggiunge –, un’odissea durata 4 anni per Angelo Zito, che lo ha visto prima ingiustamente sottoposto alla misura carceraria per 50 giorni e poi sottoposto ad un processo penale nel quale, addirittura, la pubblica accusa aveva richiesto una pena di 8 anni di reclusione.
Il processo, invece, ha dimostrato quello che abbiamo sostenuto sin dalle prime memorie innanzi al tribunale della Libertà, vale a dire l’assoluta estraneità a tutti i reati contestati dalla Dda di Trento. La sentenza odierna – conclude Napolitano – dà pienamente giustizia ad un uomo che è stato ingiustamente arrestato ed ha subito per anni un’ingiusta gogna mediatica, senza che a suo carico ci fosse il benché minimo indizio”.
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