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Tortora, allarme “ingombrante” sulla Giovanni XXIII

Segnalazione di degrado dagli abitanti di via Giovanni XXIII
Un cumulo maleodorante di ingombranti fermo da 20 giorni

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DI ANDREA POLIZZO

TORTORA – “È questo il biglietto da visita che mostriamo ai turisti: un cumulo di rifiuti fermo al fianco della strada da una ventina di giorni”.

Il problema dei rifiuti ingombranti rimane un emergenza irrisolta nel Comune di Tortora. L’ennesima segnalazione proviene da Nicola Abbatemarco, commerciante di via Giovanni XXIII, quartiere marina di Tortora.

Qui, l’ennesimo caso di degrado. Attorno ai cassonetti dell’immondizia, retaggio del passato di una raccolta dei rifiuti che avrebbe dovuto cedere il passo alla differenziata, mai decollata peraltro nel centro tirrenico, si trova una maleodorante mole di rifiuti: materassi, sedie, elettrodomestici, mobili e sfalci di potatura. Il tutto corredato dall’indifferenza delle istituzioni.

 “Abbiamo segnalato il problema al Comune e all’Alto Tirreno cosentino – racconta Abbatemarco – ma i giorni sono passati senza che nessuno sia intervenuto”.

Passare accanto al cumulo nefasto in un orario soleggiato è cosa davvero difficile. Eppure la Giovanni XXIII è molto percorsa dai turisti diretti sulla spiaggia. Chi ci abita o qui ha la sua attività ci convive. Con questo e con altri problemi. Come il traffico ostacolato dai cantieri in via Sabin e, più avanti, su corso Marconi.

“Tempo fa – aggiunge il commerciante – ho segnalato anche lo stato precario della grata per la raccolta delle acque piovane di fronte alla mia attività. Una delle sbarre di ferro è saltata ed è capitato che qualcuno ci rimanesse bloccato con la bici. È pericoloso – spiega – perché la ruota si blocca e la bici fa l’effetto catapulta”.

Il commerciante tortorese lamenta anche la diminuzione degli incassi. “I turisti in cerca di casa – racconta Abbatemarco – arrivano in via Giovanni XXII, vedono lo spettacolo dei rifiuti, le condizioni dell’asfalto e la pericolante discesa di ghiaia che li dovrebbe condurre in spiaggia e, quindi, risalgono in macchina e se ne vanno”.

Un disagio, quello vissuto in via Giovanni XXIII, comune ai commercianti e agli abitanti, turisti e residenti, della via e dei quali il gestore del minimarket si fa portavoce per un appello alle istituzioni.

“Vengano a pulire, sollecitino la ditta incaricata – dice Abbatemarco – con la stessa solerzia con cui noi contribuenti ci rechiamo a pagare ogni volta che ci arriva una bolletta”.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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5 comments

  1. Gent.mo Nino, il futuro è adesso! è inutile aspettare la gallina di domani se a domani non ci si arriva!! il mio disappunto riguarda il fatto che il comune potrebbe chiedere un mutuo a prescindere dall’avere o no degli immobili, che al momento sono abbandonati alla mercè di chiunque! Non è corretto far credere alla cittadinanza che senza beni immobili, al comune non verrebbe concesso un mutuo! Magari vendendo questi beni, proprio la collettività ne trarrebbe giovamento in quanto non si aumenterebbero le tasse!!

  2. Egregio signor Loturco47, prima di dare dei giudizi avrebbe dovuto ascoltare con più attenzione quanto detto in consiglio. l’intervento in merito era solo dal punto di vista politico, in un’ottica a medio e lungo termine (vedi legge finanziaria, vedi ultimo decreto legge, federalismo fiscale).
    Visto l’andamento economico e l’indirizzo politico di governo, e la propensione a portare gli enti ad assumere una posizione economica sempre più autosufficiente, penso che sarebbe opportuno mantenere in bilancio, e mi riferisco alle poste relative alle immobilizzazioni materiali, quei beni che, in un futuro, possono essere utili come indicatori di bilancio e di consistenza patrimoniale per l’ente. è troppo semplice reperire fondi vendendo, anzi, “svendendo” beni comunali, (beni della collettività tortorese) come boschi,terreni, o aumentando le tasse (vedi 15% aumento TARSU) per ripianare le casse comunali; (sarebbe meglio, invece, metterli a rendita).
    dalle poche parole che scrivi, posso desumere che per te è meglio la gallina oggi che l’uovo domani, senza pensare al futuro…come al solito si è molto bravi a distorcere il senso delle frasi.
    prendo atto che tutto ciò sta nel gioco delle parti. bisogna capire tu da che parte stai.

  3. Cari amici di Tortora, ieri sera ho assistito ad un Consiglio Comunale a dir poco “squallido”, mentre l’Assessore al Bilancio discuteva del programma dell’Amministrazione, con le diverse possibilità per ripianare il deficit di bilancio, tra cui la vendita di immobili inutilizzati di proprietà dell’Ente. Dall’opposizione qualcuno faceva notare che era meglio desistere dalla vendita degli immobili perchè se un domani il Comune dovesse chiedere un mutuo, per ripianare le passività, la banca sarebbe più propensa a concederlo, in presenza di proprietà immobiliari.
    Mi ha sorpreso perchè la proposta di non porre in vendita gli immobili di proprietà del Comune è partita da un consigliere commercialista che sicuramente non conosce il Bilancio dello Stato e quello degli Enti Locali.
    Infatti i Comuni possono chiedere mutui, alle banche ed alla cassa depositi e prestiti, soltanto se hanno “cespiti delegabili” nella misura prevista dalla legge, cioè se hanno la capacità di sostenere la rata relativa al mutuo.
    E’ bene documentarsi, cari rappresentati del popolo, prima di dare delle informazioni errate al pubblico che ignaro assiste al Consiglio Comunale e che ascolta i propri eletti.

  4. …Diaciamo che a via XXIII siete fortunati!!!! A Via Guida ci sono dei rifiuti ammassati da Pasqua e fino a Domenica scorsa erano ancora lì. Ho scritto due email al Sindaco ma da quanto vedo…. ma la cosa più sconvolgente per me è come fanno le persone che vivono sempre lì in quelle strade a non fare una rivolta, voglio capire che il comune è in deficit ma per i rifiuti non possono esserci scusanti sia per la salute delle persone e sia per il decoro di questo paese oramai alle porte dell’estate ………..

  5. Questa è Inciviltà, a quanto ne sò c’è un numero telefonico per il recupero in casa di questi materiali da conferire in discarica. pensate che non dobbiamo manco sforzarci di trasportarli, basta prenotarsi e aspettare il ritiro. Però se l’inciviltà, l’incoscienza prevale anche sulle cose buone, allora a Tortora c’è poco da fare!!