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Ambiente, dal Parco marino Riviera dei Cedri un appello a tutti

invito inaugurazioneDI AMICI PARCO MARINO RIVIERA DEI CEDRI*

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PRAIA A MARE – Sono anni che il nostro territorio subisce ogni forma di inquinamento.

Abbiamo ancora buona memoria ed intelligenza da collegare la fornace di Scalea, dove venivano bruciati i rifiuti ospedalieri di mezza Italia, la discarica di Costapisola a Santa Domenica Talao, le navi dei veleni su cui si è steso un velo di silenzio, e la discarica sul fiume Noce che ha smaltito illegalmente milioni di litri di sostanze inquinanti, in un unico disegno strategico e da ravvisare la presenza in zona degli interessi delle ecomafie.

L’inquinamento ha segnato il nostro territorio in maniera indelebile grazie agli scarsi controlli e soprattutto grazie alle complicità locali ed all’assurdo silenzio che cala sui fatti “Perché danneggiano l’immagine turistica della zona” ed operato da pochi strateghi del turismo da rapina, come se i turisti che da anni hanno abbandonato la zona non si fossero accorti che il nostro mare è sporco.

Il caso Marlane è emblematico di una situazione da deserto dei tartari.

Si aspetta la fine del processo in corso e gli esiti della sentenza, ma nessuno nel frattempo provvede a bonificare l’area, risultata inquinata da non si sa quante sostanze nocive interrate nel sottosuolo.

Nel frattempo possiamo anche morire di tumore, cresciuti in maniera esponenziale in zona, possiamo bagnarci in acque inquinate, possiamo respirare i fetori di impianti di depurazione o di discariche.

C’è veramente da non credere come tesori naturalistici che altrove avrebbero segnato lo sviluppo economico di un territorio con la loro tutela e valorizzazione ed il loro “sfruttamento a fini turistici”, qui questi tesori vengono deturpati (vedi l’ecomostro di Fiuzzi davanti l’Isola Dino), compromessi da impianti di depurazione e condotte sottomarine che scaricano liquami perfino in aree Sic, il tutto sempre con il consenso e l’approvazione dei vari enti ed istituti preposti.

Sono altrettanti anni che chiediamo l’istituzione di un’oasi faunistica alla foce del fiume Noce ed il suo affidamento ad un’associazione ambientalista quale presidio sul fiume contro ogni forma di inquinamento e protezione della biodiversità, da esserci perfino stancati di raccogliere firme, fare petizioni ed interloquire con le cosiddette autorità, le quali leggono sempre come vincoli ogni azione di tutela e diventano sordi perfino alla volontà popolare quando è favorevole.

Assistiamo inermi ed allibiti alla chiusura di fatto del Parco Marino Riviera dei Cedri.

Chiudono l’ultimo presidio sul territorio con una legge regionale che rasenta l’illegalità.

Questo è solo l’ultimo atto di un mancato sostegno!

Hanno lasciato il parco privo di risorse e senza organismi di gestione, privo di personale e soprattutto di regolamenti, che non hanno mai voluto approvare.

Debbono risparmiare alla Regione ma cosa? se le risorse che erogano al parco sono l’equivalente di un posto da usciere.

La verità è che chiudono il parco marino perché dà fastidio!

La sua esistenza non collima con gli interessi di forte speculazione presenti nell’area, non si può consentire di imporre nuove regole, soprattutto di tutela e di controllo, per poter continuare a martoriare un territorio con scarichi abusivi, con un inquinamento di cui non si scoprono mai i responsabili, con nuove megacostruzioni, con porti ed aeroporti inutili.

Di quale politica di sviluppo sono portatori questi illuminati risparmiatori regionali?

L’ambiente e la sua tutela sono al primo posto sull’agenda di tutti i capi di Stato e l’esaurimento delle risorse ambientali è un problema riconosciuto a livello planetario.

Se non conoscono nemmeno quali sono i nuovi turismi e soprattutto le nuove procedure di sviluppo non inquinanti, quale futuro ci possiamo attendere da questi rappresentanti del popolo?

Il parco è un valore aggiunto dato al territorio, che se opportunamente utilizzato può costituire un volano di sviluppo e contribuire a segnare la svolta economica di un territorio perennemente in crisi.

Chiediamo a tutti di intervenire perché una politica di tutela, ottenuta dopo venti anni di richieste ed iniziative, venga salvaguardata e si non finisca per vanificare gli sforzi e soprattutto disperdere, nonostante i limiti, un’esperienza comunque positiva.

*comitato promotore del parco marino omonimo, ente istituito con legge regionale per la protezione del patrimonio di biodiversità, del paesaggio e per la valorizzazione socio-economica del suo territorio.

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