L’intervento del responsabile zonale della Cgil dopo che l’argomento è tornato recentemente d’attualità.
“Ma davvero c’è una nuova generazione locale che pensa che un porto così dannosamente invasivo come nell’area di Torre Talao a Scalea possa dare uno sbocco diverso al turismo del territorio“?
È quanto si chiede Mimma Iannello, responsabile Cgil Tirreno, dopo che il comitato pro Porto Torre Talao ha chiesto all’amministrazione comunale di Scalea di indire un referendum sull’opera.
Accantonata negli anni per vicissitudini varie, il porto turistico di Scalea si è riaffacciato nel corso dei comizi per le elezioni comunali.
“Davvero – chiede ancora la sindacalista – si pensa che le dinamiche attrattive di un territorio, dentro la domanda globale turistica, passino da un’infrastruttura che abbrutirebbe il paesaggio in uno dei pochi angoli rimasti intatti?
Non c’è peggiore iattura di chi non ha capacità di guardare oltre il proprio dito.
Ho però fiducia che una eventuale riproposizione, anche referendaria, sul porto sì o porto no, venga severamente bocciata da quanti amano veramente il territorio“.
poi, un approfondimento sugli aspetti ambientali che infrastrutture del genere comportano.
“La Calabria, negli anni, è stata violentata, oltraggiata, abbrutita, saccheggiata da palazzinari e business criminali.
Tanti gli occhi che non hanno visto e tante le orecchie che non hanno ascoltato cosa accadeva. Qualcuno come Giannino Losardo vedeva, sentiva e denunciava. Pagò con la vita il suo amore e la sua attenzione per il territorio.
Lo scempio urbanistico e paesaggistico ha compromesso per sempre la qualità del turismo e dello sviluppo di tante zone della Calabria così come quella del Tirreno cosentino”.