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Ospedale Lagonegro, il Pd chiede un tavolo di confronto

Nota dei dem Salvatore Falabella e Pina Manzolillo dopo il documento tecnico dell’Agenas sul Piano sanitario della Basilicata.


L’Agenas mischia le carte nella sanità della Basilicata e gli esponenti locali del Partito democratico di zona chiedono di sedersi a un tavolo per discutere delle sorti dell’ospedale di Lagonegro.

Questa la richiesta avanzata dai dem Salvatore Falabella e Pina Manzolillo come reazione al documento tecnico redatto dall’Agenzia nazionale per i sistemi sanitari regionali, sul Piano sanitario della Basilicata.

“La riforma – scrivono i due in una nota – prevede tra l’altro che l’ospedale di Lagonegro ritorni all’Asp e l’Agenas propone di riconvertire i presidi territoriali di Lauria, Chiaromonte e Venosa in ospedali di comunità o case della comunità e suggerisce la possibilità di valorizzare il presidio ospedaliero di base di Lagonegro, data la mobilità attiva che lo interessa.

A riguardo, in effetti, da fuori regione sono in molti a sceglierlo, principalmente dalla Regione Calabria.

I dati del triennio 2017-2019 confermano una percentuale di attrazione pari a circa il 13,50% in media e superiore di circa 5 punti percentuali all’ospedale di Policoro, che non raggiunge il 9%. Soltanto gli ospedali di Potenza e Matera e il Crob di Rionero riescono ad attrarre più di Lagonegro.

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Tra le proposte – proseguono i due esponenti del Pd -, inoltre, spunta quella di concentrare la chirurgia e l’ortopedia per patologie benigne di media e di bassa complessità presso un unico centro ospedaliero regionale, scelto tra i presidi di Lagonegro, Policoro, Melfi e Villa d’Agri, per alleggerire le attività degli ospedali ad alta specializzazione di Potenza e di Matera.

Quale presidio sarà scelto? Qualora non venisse scelto Lagonegro, che fine farebbero i reparti di
Chirurgia e Ortopedia del nostro ospedale?

Il nosocomio di Lagonegro, precedentemente incorporato nell’Aor San Carlo per effetto della Legge
Regionale n. 2 del 2017, attualmente dispone di 108 posti letto, suddivisi tra Cardiologia, Chirurgia
Generale, Day Hospital, Medicina Generale, Nido, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e
Ginecologia, Pediatria, Pneumologia, Terapia Intensiva.

Nel passaggio di titolarità dall’azienda ospedaliera San Carlo all’Asp, la Regione Basilicata garantirà
il mantenimento degli stessi reparti e dello stesso numero di posti letto?

Questa riforma arriva in un contesto già molto critico per vari motivi, tra cui la carenza di medici in quasi tutti i reparti, dalla Chirurgia Generale all’Ortopedia, dalla Medicina alla Pneumologia, dalla Pediatria al Pronto Soccorso al reparto di Ostetricia e Ginecologia che è sempre stato motivo di vanto per la sua capacità attrattiva nei confronti dell’utenza extraregionale.

Il quadro descritto non fa presagire nulla di buono e la popolazione appare preoccupata e
disorientata
.

Si rende necessario, dunque, un incontro urgente che veda protagonisti le Istituzioni
regionali e locali, le opposizioni impegnate su questo fronte, le forze politiche, le parti sociali, i
comitati civici e i cittadini.

È l’ora di dare risposte chiare ai cittadini sul destino della sanità nel Lagonegrese e di rendere note
le vere intenzioni degli amministratori per questo territorio. La chiusura o anche solo il
depotenziamento di questo presidio metterebbe a rischio la salute di un’intera comunità”.


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