Gli attivisti hanno presentato un corposo documento al sindaco Stoppelli sui lavori di messa in sicurezza della strada.
I disagi per i cittadini di Maratea e le ricadute negative sull’economia.
Questi gli elementi oggetto di analisi da parte del Comitato civico Ss 18 in riferimento ai lavori pronti a partire per mitigare il rischio caduta massi sulla principale arteria di collegamento tra la Città del Cristo e la Campania.
Come è noto, in località Acquafredda di Maratea saranno realizzate due gallerie per ovviare ai periodici disagi alla viabilità, come avevamo scritto a ottobre scorso.
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Nella propria analisi, un documento piuttosto corposo, il comitato ha anche delineato un iniziale pacchetto di misure mitigative e compensative di breve, medio e lungo periodo ai problemi che i lavori arrecheranno alla comunità, in particolare al comparto turistico.
Il tutto, è stato esposto al sindaco di Maratea, Daniele Stoppelli, nel corso di una recente assemblea dei soci in presenza e in streaming.
“Abbiamo lamentato l’assenza, ad oggi – spiega la presidente Nadia Oliva -, del cronoprogramma dei lavori che, purtroppo non consente di fare valutazioni per capire bene quale sarà l’incidenza dei lavori sulla viabilità da Pasqua a ottobre, ovvero per l’intera durata della stagione turistica. Vogliamo capire bene, nonostante le rassicurazioni del sindaco sull’apertura della strada durante l’estate.
Tra le proposte immediate – prosegue – l’istituzione di un tavolo di confronto permanente tra Comune di Maratea, Regione Basilicata, Anas e Comitato e l’immediato potenziamento delle fermate dei treni regionali nelle stazioni di Acquafredda e Marina di Maratea”.
Su questi ultimi punti si è di recente espressa Donatella Merra, assessore alle Infrastrutture e ai trasporti della Regione Basilicata, con dichiarazioni che abbiamo raccolto in un nostro articolo. A lei Il Comitato ha chiesto un incontro, non ancora programmato.
“Abbiamo inoltre – riferisce ancora la presidente del Comitato civico Ss 18 – sollecitato con forza il sindaco ad avviare il prima possibile tutte le azioni necessarie a scongiurare che, a lavori ultimati, il vecchio tracciato non sia più fruibile, con la perdita di incommensurabile valore paesaggistico, culturale e turistico per tutto il territorio.
Grande attenzione è stata rivolta anche alla necessità di fare tutto il possibile per l’utilizzo dei detriti di risulta per il ripascimento delle spiagge in erosione.
Vogliamo fare fronte comune – conclude Nadia Oliva -, nella consapevolezza che solo l’unione d’intenti e azioni pienamente condivise porteranno al raggiungimento degli obbiettivi prefissati”.