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Prosegue la partita su più tavoli per scongiurare la ripartenza del depuratore di rifiuti liquidi a due passi dal fiume Noce.
“Abbiamo chiesto un incontro al neo nominato assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico per esporre anche a lui la nostra posizione sull’impianto di San Sago“.
Lo dice Toni Iorio che, in qualità di sindaco di Tortora, ha avanzato la richiesta come rappresentante dei comuni calabresi e lucani interessati dalla questione ambientale legata al depuratore di rifiuti liquidi, pericolosi e non, che sorge nella frazione tortorese, a due passi dal fiume Noce. Gli altri centri coinvolti sono Maratea, Lauria, Trecchina, Nemoli, Rivello, Lagonegro, Aieta, San Nicola Arcella e Scalea, ma anche il Comitato a difesa del fiume Noce.
Come è noto, le parti che si oppongono alla ripresa delle attività nel sito industriale chiedono il riesame della Valutazione di incidenza ambientale e si sono opposti a una determinazione del dipartimento ambiente della Regione Basilicata, che risale a un anno fa, che ha in sostanza dato il nulla osta alla riapertura.
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Ma, come fatto anche con le azioni messe in campo nei mesi scorsi, l’amministrazione tortorese gioca la medesima partita anche sul tavolo calabrese. Per questo motivo, nelle scorse ore Iorio ha chiesto anche un incontro al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
Al governatore calabrese, infatti e a nome del territorio, chiede che venga rivalutata l’Autorizzazione integrata ambientale di cui il privato beneficia per operare nell’impianto di San Sago.
Per entrambi i documenti autorizzativi, Vinca e Aia, i comuni ritengono che siano connaturati “da dubbia valenza e in evidente contrasto poiché il Fiume Noce e l’intero habitat circostante, compresa la risorsa mare, vengono esposti al rischio di gravissime forme di inquinamento ambientale“.
