La procura di Catanzaro chiede che il governatore calabrese sostenga il processo per le accuse nell’ambito dell’operazione della Dda.
COSENZA – Il presidente della Regione Calabria, Mario Gerardo Oliverio, e gli altri indagati nell’operazione Dda Lande Desolate vadano a giudizio.
È questa la richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro nell’ambito dell’indagine che vede il governatore calabrese accusato di abuso d’ufficio e corruzione.
Per questo motivo, Oliverio era stato raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, sua residenza. Provvedimento che poi è stato revocato dalla Corte di cassazione.
L’udienza preliminare é stata fissata per il 17 ottobre e il rinvio a giudizio riguarda anche Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio. I due politici, moglie e marito, sono l’ex vicepresidente della regione e deputata del Pd. Anche loro sono accusati di corruzione.
Lande Desolate: le mani sugli appalti pubblici
Lande desolate è l’operazione della Dda contro presunte irregolarità nell’ambito di appalti e finanziamenti pubblici, scattata a dicembre del 2018.
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Le opere e i relativi lavori e finanziamenti interessate dalle indagini sono l’ammodernamento dell’Aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, oltre alla realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza (unica opera realmente portata a termine).
Secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia, pubblici ufficiali erano asserviti alle esigenze di un gruppo imprenditoriale “attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento dei lavori”.
Il gruppo imprenditoriale fa capo a Giorgio Ottavio Barbieri, rappresentante dell’impresa aggiudicataria dei lavori. L’imprenditore – lo ricordiamo – risultava già coinvolto nell’operazione Frontiera – 5 lustri, ancora della Dda, contro il clan Muto di Cetraro.
In quest’ultima, Giorgio Ottavio Barbieri è stato recentemente assolto all’esito del primo grado del processo davanti al tribunale di Paola.